Apre i battenti al Policlinico universitario A. Gemelli di Roma un ambulatorio dedicato all’ascolto e alla cura delle vittime del cyberbullismo, un fenomeno in crescita in tutta Italia, con conseguenze purtroppo troppo spesso drammatiche, e frequente anche nel Lazio e nella Capitale. Coordinato da Federico Tonioni, dell’Istituto di Psichiatra e Psicologia dell’Università Cattolica di Roma, l’ambulatorio sarà dedicato alla prevenzione e alla cura psicologica delle giovani vittime, estendendo questa funzione alla riabilitazione di adolescenti aggressivi con disturbi comportamentali e tendenza antisociale.
L’iniziativa nasce in collaborazione con la Polizia di Stato ed è in continuità con l’Ambulatorio per la dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli, di cui è responsabile lo stesso dottor Tonioni, che dal 2009 – primo nel genere in Italia - ha accolto e curato oltre 600 pazienti. L’Ambulatorio per il Cyberbullismo fa riferimento al Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Gemelli (responsabile il professor Pietro Bria) e all’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica di Roma, diretto dal professor Eugenio Mercuri. Per accedere all’Ambulatorio è necessario prenotare una visita, telefonando da lunedì a venerdì, dalle ore 11 alle ore 13, al numero 06 30154122.
La cura e la riabilitazione saranno svolte attraverso psicoterapia e terapia di gruppo, con uno spazio di ascolto anche per i genitori. L’ambulatorio sarà a disposizione non solo delle vittime, ma anche dei cyberbulli. «Con le vittime - spiega lo psichiatra Tonioni (nella foto a sinistra) - il focus di intervento farà riferimento alla capacità del giovane di gestire la propria aggressività, di solito trattenuta, per poter costruire il proprio spazio nel mondo e dotarsi degli strumenti per evitare di rendersi “disponibili” a essere perseguitati. Con i bulli invece il focus dell’intervento farà riferimento alla capacità di diventare empatici, evocando sentimenti di colpa con lo scopo di lavorare sull’affettività».
Il cyberbullismo (violenze psicologiche, insulti, offese e rivelazione di segreti online), è un fenomeno in crescita ovunque: in una ricerca realizzata da Save the Children, in collaborazione con Ipsos lo scorso anno, si evidenzia come 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo online verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%), per orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%). Una ricerca Eurispes già nel 2008 incoronava Roma capitale del bullismo, con un minore su tre che dichiarava di aver subito traumi fisici o emozionali. Con il cyberbullismo la crescita dei disagi subiti è esponenziale e non tutti gli atti di cyberbullismo vengono denunciati. «Il fenomeno è ancora più pericoloso se pensiamo che il 62% dei bambini ha a disposizione un telefonino proprio, contro il 35,4% che ne è sprovvisto e che il 44,4% dei bambini acquisisce un cellulare tra i 9 e gli 11 anni. Questo può darci un’idea della potenziale espansione del fenomeno».
«Il bullismo online è ormai riconosciuto come primaria fonte di angoscia e potenziale psicopatologia per gli adolescenti nativi digitali - dichiara il professor Tonioni -. Immagino quindi che qualsiasi struttura che si occupi di psicopatologia adolescenziale debba fare i conti con questo disagio emergente». «L’esperienza appresa nella cura della dipendenza da internet ci consente di approcciare ogni forma di psicopatologia web-mediata con un’idea precisa sulla gestione che gli adolescenti fanno delle emozioni, dell’aggressività e delle condotte sessuali, quando sono online - afferma lo psichiatra -. Inoltre la riabilitazione affettiva dei cosiddetti bulli penso possa avere tra i giovani una risonanza particolare, perché configura anche per gli adolescenti eccessivamente aggressivi un’idea di disagio psichico e sofferenza cui va dato uno spazio». Fondamentale, affinché il fenomeno venga allo scoperto, sarà il ruolo dei familiari di vittime e di cyberbulli, a cui sarà dedicato uno spazio di ascolto nell’ambulatorio.
Inoltre la struttura potrà potenzialmente mettersi in raccordo con istituti scolastici per cercare di scovare i possibili utenti, anche grazie alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. È stato inoltre immaginato un sito web dedicato all’ascolto online a distanza o la creazione di una specifica pagina sui social media, come Facebook, in sinergia con la pagina della Polizia Postale www.facebook.com/unavitadasocial - e il profilo Twitter - @unavitadasocial, già attivi dallo scorso 22 gennaio.
Infine il centro sta definendo un accordo con l’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp) Lazio per una collaborazione su un progetto d’informazione e divulgazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sui rischi che da queste possono scaturire se è fatto un uso poco adeguato. L’Anp s’impegna a garantire la più ampia partecipazione degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, in particolare di Roma e del Lazio. L’accordo prevede inoltre la partecipazione di esperti di entrambi i soggetti alla creazione di un portale web divulgativo sulla sicurezza informatica, l’utilizzo dei social network e la diffusione di una appropriata coscienza di cittadinanza digitale da parte di tutti.