di Alberto Agnello *
Per certi viaggi non si parte quando si compra il biglietto. Iniziano molto, molto prima. Nel momento stesso in cui si avverte che ciò che si vive ogni giorno non è abbastanza. È quello che è successo a me quando, studente del secondo anno di Giurisprudenza, volevo aggiungere qualcosa di più al mio percorso, diverso e stimolante. Così, grazie al programma Isep sono volato in una città sulla East Coast degli Stati Uniti: Wilmington, North Carolina.
All'epoca non potevo sapere la fortuna della mia scelta. Organizzazione sorprendente: a ogni exchange student era assegnato uno studente o studentessa dell’università per favorire l'inserimento. All'arrivo in aeroporto, all’inizio dello scorso anno, trovo la mia international volunteer ad aspettarmi. Il mio nuovo alloggio è un vero dormitorio americano misto. Entro in camera, qualcuno bussa: sono americani che vogliono conoscermi. Li metto al corrente che la valigia è stata persa nello scalo precedente. Due di loro tornano offrendomi t-shirts e jeans, potevo anche scegliere il colore. Inizio a sentirmi a casa.
L'intera università è immersa nel verde a pochi minuti dal mare. Mi ambiento in fretta e prendo l'abitudine dei miei nuovi amici: “surfare” all'alba prima di andare a lezione. L'ambiente è creativo e vivace, ogni studente è impegnato in un contributo attivo alla vita del campus: da chi lavora nella palestra interna, a chi fonda associazioni sportive o culturali.
Cominciano le lezioni, gli assignments e la consapevolezza che la mia opinione conta, sempre, negli exams, a lezione, a colloquio con il professore. La biblioteca è concepita come un luogo da vivere sempre, a qualunque ora, con bar, divanetti per riposarsi: spesso più frequentata di notte che di giorno.
Ho imparato a rispettare le scadenze accademiche, a cogliere occasioni al volo: durante lo spring break sono stato a New York con un gruppo di studenti della facoltà di arte che non conoscevo al momento della partenza.
Di tutte le persone che ho conosciuto, una mi è particolarmente cara, così tanto che la dopo la fine del semestre, e dopo la sessione estiva di esami in Cattolica, sono ritornato negli Usa in agosto per rivederla. È stato il mese più bello in assoluto. Mi ha aspettato a Washington, accompagnato alla Supreme Court, letto la storia della unificazione, insegnato ad apprezzare davvero ogni secondo. Il mio tempo era limitato, ma ugualmente eccezionale. Siamo ritornati una settimana a Wilmington per rivedere tutti. L'ultima sera prima della mia partenza per l'Italia hanno organizzato per me un ritrovo sulla spiaggia: un’ultima, grande, emozione insieme.
Cosa sarebbe successo se fossi nato in America? Ora lo so. Prima avevo paura del cambiamento, ora ho il terrore a stare fermo. Due cose cambiano la vita: studiare all'estero e amare. Cosa succede se avvengono assieme? Io le accetterei entrambe con gioia.
* 22 anni, di Verona, quarto anno del corso di laurea in Giurisprudenza, sede di Milano