Studenti di quinta superiore con la toga. Non quella dell’accademia, ma quella che indossano i protagonisti del processo penale. Per 250 allievi di alcuni istituti di Piacenza, Stradella, Lodi, Cremona, Fidenza e Parma, le aule Buzzetti e Gamma della sede piacentina dell’Ateneo si sono trasformate in aule di tribunale. Ai ragazzi è stato possibile per un giorno vestire i panni di avvocato difensore, pubblico ministero e giudice per discutere due casi pratici di diritto penale.
Il primo caso riguardava la morte di una ragazza per Aids in seguito a una relazione con un giovane che le ha nascosto di essere malato di Hiv. Il secondo trattava di omicidio stradale: un giovanissimo al volante di un auto di grossa cilindrata che, in stato di ebbrezza, perde il controllo del veicolo, investendo e uccidendo due pedoni.
«Lo scopo non è stato quello di spiegare agli studenti cosa sia il diritto ma di mostrare loro come questo funzioni nella pratica, passando, come dicono gli americani, dalla law in the books alla law in action» sottolinea Pierpaolo Astorina, del corso di laurea in Giurisprudenza di Piacenza, che ha guidato gli studenti dell’ultimo anno di scuola superiore provenienti da Piacenza, Lodi, Cremona Stradella Fidenza e Parma in questa esperienza di diritto applicato. «I ragazzi sono stati coinvolti in prima persona e sono diventati i protagonisti di un processo penale, cimentandosi con due casi reali di diritto penale».
Così, tra codici e sentenze, davanti a due situazioni che toccano valori e diritti in conflitto, gli studenti hanno sperimentato la difficoltà e la bellezza del “fare diritto”.