Un’indagine dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo, realizzata in collaborazione con Repubblica degli stagisti e Spindox e condotta su duemila giovani tra i 20 e i 34 anni, mostra come ancora diffuso sia il pregiudizio che gli uomini siano portati più delle donne per le materie tecnico-scientifiche. In particolare l’informatica è la disciplina di studio che maggiormente è vista come riservata ai maschi. La presentazione su “Avvenire” di Francesca Luppi e Alessandro Rosina. Ne pubblichiamo alcuni passaggi.
di Francesca Luppi * e Alessandro Rosina **
Vari studi mostrano che le donne tendono a essere spesso più competenti dei coetanei maschi in ambiti di crescente importanza come il problem solving, la capacità di conciliare impegni diversi, la gestione delle relazioni umane. Queste sensibilità e propensioni, se aiutate a mettersi in combinazione virtuosa con competenze tecniche e digitali avanzate, possono rappresentare un decisivo fattore di arricchimento per le organizzazioni e le aziende italiane.
I dati di molte ricerche mostrano come, anche nelle nuove generazioni, ragazze e ragazzi tendano a differenziarsi nelle scelte formative e nei percorsi professionali. Mentre, infatti, le giovani donne raggiungono in media titoli di studio più elevati rispetto ai coetanei maschi, più debole risulta la formazione nelle discipline più promettenti per il lavoro di oggi e di domani. Vivace, in particolare, è il dibattito pubblico sull’importanza di un maggior orientamento verso le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
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* assegnista di ricerca in Demografia al Dipartimento di Scienze statistiche e docente alla facoltà di Economia, Università Cattolica, campus di Milano
** docente di Demografia, facoltà di Economia, Università Cattolica, campus di Milano