Una presenza sempre più stabile ma in calo. Accompagnata da una lieve crescita dell’irregolarità e della vulnerabilità. È la fotografia dell’immigrazione in provincia di Brescia fatta dal Cirmib, il Centro di iniziative e di ricerche sulle migrazioni della Cattolica, che ha presentato il suo Annuario 2014 il 15 ottobre nella sede bresciana.
«I dati socio-demografici sulla provincia di Brescia, quest’anno, non autorizzano a ricorrere a metafore apocalittiche: la crescita dei residenti stranieri, a seguito della crisi, si è arrestata, addirittura sta retrocedendo come numeri – osserva Maddalena Colombo, responsabile del Cirmib - vuoi per le cancellazioni o il ritorno in patria di alcuni, vuoi per una minore intraprendenza ad arrivare in Italia od a mettere al mondo dei figli».
Sul piano dei numeri al 1° gennaio 2015 gli immigrati residenti sono 166.642 (50,3% femmine - 49,7% maschi), con una diminuzione dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Brescia si conferma la seconda provincia in Lombardia dopo Milano per numero assoluto di residenti stranieri e per la loro incidenza sulla popolazione totale (13,2% Brescia vs 13,7% Milano), che è comunque superiore alla media lombarda (11,5%) ma in calo. Tra le nazionalità in calo di presenze troviamo Marocco, Albania, Ghana, Tunisia e Burkina Faso mentre guadagnano la Romania, l’Ucraina, la Cina, il Kosovo, lo Sri Lanka e le Filippine.
Sul fronte della irregolarità, Orim calcola un aumento netto di 5.600 immigrati irregolari (+3,2% rispetto al 2013) che rappresentano il 9,7% dei presenti in provincia di Brescia (in Lombardia sono invece il 7,2%). La provincia di Brescia è dunque la prima in Lombardia per percentuale di irregolari sul numero dei presenti e ospita circa il 20% di tutti gli stranieri irregolari sul territorio lombardo: una quota che deriva certamente dai processi di impoverimento a seguito della crisi e dalla perdita dello status di regolarità.
Nell’area economica, i dati descrivono una chiara recessione in corso: il mercato del lavoro per loro rimane molto debole; la disoccupazione è cresciuta del +197,2% per gli stranieri e del +83,8% per gli italiani tra il 2008 e il 29014, anche se nell’ultimo anno è calata di 0,5 punti.
Il mercato occupazionale per gli stranieri a Brescia è quasi interamente “etnicizzato”. Sono per stranieri l'87,4% dei contratti stipulati per lavoro domestico, il 61% del settore agricolo e silvi-pastorale, il 45% del settore costruzioni. Nel 2013-14 rumeni, indiani, cinesi, egiziani, presentano un numero di avviamenti (inizio rapporto di lavoro) percentualmente superiore alla loro presenza sul territorio provinciale, mentre sono gli albanesi, pakistani, marocchini, senegalesi, ucraini e moldavi a risultare più in difficoltà nell’avviare rapporti di lavoro. Ultimo indicatore della crisi nel bresciano: l’aumento della fascia di immigrati che guadagna meno di 500 euro (che passa dall’8,4% al 12%) e la diminuzione delle rimesse dell’1,1%, con un volume di affari pur sempre considerevole (139 mila euro nel 2014).
Riguardo all’accesso degli immigrati al sistema sanitario, la provincia di Brescia si trova anche quest’anno in una posizione preminente a livello regionale, con il 19,2% dei ricoveri di persone straniere in Lombardia (pur avendo solo il 14,5% dei residenti stranieri); l’incidenza degli stranieri sul totale dei ricoveri è dell’11,1% (a livello regionale solo l’8,5%). Nel capoluogo hanno sede infatti le due strutture ospedaliere che stanno ai vertici della graduatoria regionale per numero di degenze ordinarie di cittadini stranieri: al 1° posto gli Spedali civili, con il 4,1% degli stranieri ricoverati in Lombardia (-1,6% di stranieri nell’ultimo anno); al 6° posto la Poliambulanza (2,7% delle D.O. di stranieri in Lombardia, +13,6% dall’anno precedente).
L’Annuario, presentato in un incontro intitolato “Oltre ogni muro”, raccoglie poi, come ogni anno interventi, esperienze, proposte che provengono in specifico dal territorio bresciano che permettono di approfondire lo studio dei fenomeni migratori e del loro impatto sul contesto locale: l’housing sociale, l’interreligiosità nella coppia, la protezione del patrimonio culturale in aree di crisi a seguito degli attacchi del terrorismo di matrice islamica (Medio Oriente e siti archeologici).
Continua a leggereSTUDENTI E IMMIGRATI
Nell’ambito della scuola, l’incremento di alunni con cittadinanza non italiana (Cni) risulta quasi nullo (+0,06%), a differenza del dato lombardo (+2,96%) e nazionale (+2,05%). Anche l’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica risulta stabile (17,4%): si può parlare di un “allentamento” della pressione migratoria sui servizi scolastici e formativi, almeno in termini di nuovi arrivi. Rimangono uguali all’anno precedente le incidenze nelle scuole d’infanzia (19%) e secondarie di primo (18,2%) e secondo grado (11,9%), mentre le scuole primarie vedono un lieve aumento dell’incidenza che passa da 20,2 a 20,4%.
In crescita, invece, gli studenti stranieri immatricolati nelle università bresciane (4,9% nel 2014). Le discipline più gettonate sono di area sociale, seguite da quelle scientifiche, quelle sanitarie e quelle umanistiche, “Questo significa che, pur a fronte di un aumento della vulnerabilità, si assiste ad una crescita delle risorse – conclude Maddalena Colombo -. Tenuto conto che, con la nuova legge sulla cittadinanza, un gran numero di ragazzi non rientrerà più nelle nostre statistiche perché sarà italiano a tutti gli effetti.