di Floriana Cerniglia *
Quale sarà il futuro dell’Europa? Dopo gli esiti delle Elezioni europee, Cattolicanews ha chiesto un commento a caldo ad alcuni docenti dell’Ateneo
È un dato positivo per il futuro dell’Europa che il prossimo Parlamento avrà ancora una maggioranza di forze europeiste (popolari, socialdemocratiche, liberali, verdi) nonostante una campagna elettorale fiacca – e non solo in Italia – sui temi e i dossier europei.
Con rare eccezioni, in queste settimane, da parte di questi partiti, non abbiamo sentito proposte specifiche su questioni che sarebbero importanti per rafforzare l’identità Europa: pensiamo ad esempio a un piano di investimenti europei, alla proposta di un’indennità integrativa europea contro la disoccupazione. Abbiamo ascoltato solo generici appelli al voto per allontanare il pericolo di un Parlamento europeo a trazione sovranista.
I cittadini europei hanno mostrato grande maturità con questo voto e hanno votato queste forze europeiste perché ancora spinti e motivati da una forte fiducia sulle potenzialità di un’Europa più unita. Ma ora questa fiducia va ripagata evitando che si formi nel Parlamento europeo una maggioranza solo acquietata dal fatto che il pericolo è stato fugato. Bisogna evitare il serio pericolo di un’Europa ancora in stallo, che non decide, in attesa della prossima crisi.
Sarebbe quindi auspicabile che queste forze si facciano promotrici di progetti per un vero rilancio di un’Europa più unita e più forte – il primo banco di prova sarà già il nome su cui convergere per l’elezione del Presidente della Commissione – e trovino il modo di creare consenso intorno a questi progetti di riforme soprattutto “affrontando” il vero nemico: il Consiglio dove ci saranno alcuni governi “sovranisti” che possono bloccare tutto. Il pericolo sovranista in alcuni governi europei non è stato per niente fugato e potrebbe anzi paventarsi sempre di più se, ad esempio, guardiamo in prospettiva anche agli esiti del voto francese.
* direttore del Centro di Ricerche in Analisi economica e sviluppo economico internazionale (CRANEC) e Docente di Economia politica nella facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica