Tutto per una risposta arrivata in ritardo. Lo scontro tra ministri che ha gettato per qualche giorno nella bufera Fabrizio Saccomanni è «frutto di una mancata sintonia fra il ministero dell'Economia e quello dell'Istruzione». Lo spiega, agli studenti del master in Media Relation e comunicazione d'impresa dell'Università Cattolica, il portavoce del ministro, Roberto Basso, che è salito in cattedra per spiegare le dinamiche della comunicazione politico-istituzionale e della sua gestione in momenti di crisi.
Basso viene da una esperienza pluriennale: è stato coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e dell'ex ministro della coesione territoriale, Fabrizio Barca, durante il governo Monti. E proprio l'ultimo faccia a faccia tra Letizia Moratti e l'attuale primo cittadino milanese rappresenta un caso di studio per spiegare al meglio come affrontare i momenti di difficoltà nella gestione dell'immagine pubblica. «La tempestività è l'unico rimedio contro gli attacchi degli avversari politici e della stampa», spiega Basso. In quella occasione, Pisapia, dopo aver incassato una vecchia accusa, rifiutò di stringere la mano al sindaco uscente Moratti. Un gesto che si rivelò immediatamente un boomerang. Fu importante chiarire il malinteso tramite una conferenza stampa davanti a Palazzo Marino. Nel caso Saccomanni-Carrozza, è stata proprio la tempestività a mancare. Tra il tweet del ministro dell'Istruzione e il comunicato istituzionale del ministero dell'Economia sono passate almeno 24 ore. Troppo per i tempi serrati della comunicazione politica.
La lezione di Basso, che si è tenuta il 13 gennaio nell'ambito dell'insegnamento del professor Alberto Negri, ha sviscerato le relazioni con i media che «costruiscono rappresentazioni della realtà» e ne interpretano l'andamento in base alla propria lettura. Una dinamica che richiede di mantenere un rapporto il più trasparente possibile, per evitare di incappare in polemiche. La questione si complica quando si misurano personalità provenienti dal mondo politico e tecnici, come Saccomanni e Carrozza, non abituati al rapporto costante con l'opinione pubblica e con i media che la rappresentano. Che differenza c'è a gestire la comunicazione degli uni e degli altri? Bisogna tenere conto - come spiega bene il portavoce nel video - che il politico ha sempre un occhio sul consenso, mentre il tecnico è più interessato a far percepire i risultati della sua azione sulle politiche pubbliche. È il paradosso della democrazia.
Secondo Basso esiste tuttavia un modo di orientarsi e consiste in un modello alla base di tutte le narrazioni: lo schema favolistico. «L'opinione pubblica recepisce il racconto della politica come una favola: così si finisce per avere un buono e un cattivo, per i quali ci si schiera, a favore o contro». Saperlo è fondamentale. Al termine dell'incontro, Roberto Basso non ha mancato di dire la sua, senza sbilanciarsi, sul personaggio politico del momento: Matteo Renzi. «Per ora del sindaco di Firenze si apprezza il decisionismo, non i contenuti: l'elettorato apprezza che sembri fare quello che dice». È la logica della comunicazione.