di Pierpaolo Triani *
Non basta l’impegno educativo quotidiano di tante persone, occorre una consapevolezza e un impegno comuni. È questo il senso dell’invito di Papa Francesco a unire gli intenti nell’orizzonte di un patto educativo che riguardi tutti: “C’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. Un messaggio coerente anche con il testo della nuovissima enciclica “Fratelli tutti”.
Di fronte a un “cambiamento d’epoca”, per utilizzare un’espressione cara al Papa, è necessario investire in umanità, attraverso l’innalzamento dell’attenzione verso la formazione di coscienze mature, libere, responsabili, attente all’altro, aperte al dialogo, capace di affrontare con coraggio e creatività le sfide del tempo presente.
Nessuna realtà può considerarsi estranea a questo impegno, perché tutti, singoli e istituzioni, in modi propri e specifici, concorrono alla qualità degli ambienti e dei contesti, all’interno dei quali la formazione delle persone va sviluppandosi.
Un’attenzione attenta alla persona comporta una fiducia nelle potenzialità dei soggetti; una fiducia non “cieca”, ma fondativa, ossia tesa a riconoscere in ogni persona la sua capacità di crescere, di tendere al vero, al buono, al bello; una fiducia consapevole delle risorse, ma anche delle fatiche e delle fragilità di ogni essere umano.
È questa la strada maestra per poter generare nelle persone, soprattutto in coloro che stanno crescendo, la fiducia nella vita e negli altri. I giovani, come abbiamo potuto vedere in questi anni attraverso le analisi del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, fanno fatica a dare fiducia a coloro che sono al di fuori del ristretto cerchio familiare e amicale; ancora di più fanno fatica a fidarsi delle istituzioni. Per rimettere in circolo fiducia occorre proprio ripartire da un’educazione fiduciosa.
Si tratta di educazione capace di uno sguardo insieme gratuito, perché accogliente e promettente, e insieme responsabilizzante, perché teso a invitare l’altro a rispondere a una proposta, a mettersi in moto nel cammino della ricerca, della scoperta, dell’avventura del crescere in umanità.
Si tratta di un’educazione che scommette nella collaborazione e attenta a promuovere in ogni persona il senso collaborazione, nella convinzione che la vita cresce attraverso il concorrere di tutti. Anche in questo caso l’esemplarità è fondamentale: le nuove generazioni impareranno il valore umanizzante del dialogo e del confronto non solo sperimentandolo tra i pari, ma vedendolo applicato concretamente nelle azioni e nei discorsi delle loro figure educative. C’è bisogno di realtà educative che sappiano fattivamente mostrare la loro capacità interna di collaborazione e la loro disposizione a interagire con altri.
Sebbene in questi anni si sia registrata una certa erosione, i giovani hanno continuato a esprimere un giudizio tendenzialmente positivo sulla scuola e sull’università. Si tratta di un dato importante che responsabilizza tutti coloro che concorrono a dare forma concreta a queste realtà. Non c’è dubbio infatti che, nella prospettiva del patto educativo, esse rappresentino due istituzioni fondamentali dove le persone possano ‘respirare’ e sperimentare fiducia, passione per la vita, collaborazione, dialogo, ricerca continua del bene comune; dove possono contribuire a costruire quell’apertura della mente e del cuore che sta alla base del crescere in umanità.
* docente di Metodi e tecniche dell'intervento educativo con i minori e di Pedagogia generale, facoltà di Scienze della formazione, campus di Piacenza e di Milano