In un mondo senza confini, ma attraversato da profonde barriere, la cultura è lo strumento principale per fare incontrare popoli e visioni differenti.
Cultura anche intesa come “consapevolezza di sé, conoscenza dell'altro e reciproco rispetto”, come osserva Giorgio Paolucci, giornalista e scrittore, protagonista del ciclo di conferenze sul tema L’insegnante di italiano L2 ambasciatore linguistico-culturale. Un percorso promosso dal master in Didattica dell’italiano L2, diretto dalla professoressa Mariateresa Zanola, che mette in evidenza l’importanza del saper trasmettere la conoscenza della lingua e quindi della cultura italiana.
«In questa prospettiva, la figura del docente L2 si pone come vero e proprio ambasciatore delle nostre prerogative nelle diverse realtà, anche in chiave di una crescita reciproca» afferma Maria Cristina Gatti, membro del Comitato scientifico del master.
Come svolgere questo ruolo lo spiega Wael Eissa Farouq, docente di lingua e cultura araba. «In una visione complessiva, partendo da culture a prima vista molto distanti, come quella araba, può essere utile approfondire i rapporti che nei secoli si sono dipanati tra la lingua e la cultura araba e quella italiana, le contaminazioni lessicali, i reciproci influssi in campo architettonico e artistico».
In termini economici e commerciali, poi, le differenze geografiche, storiche, culturali incidono notevolmente sui mercati. È significativo il confronto, a livello europeo, della Romania, che pur forte di profonde vicinanze anche linguistiche che la accomunano alla realtà italiana, risulta paradossalmente per alcuni versi più “sconosciuta” di una civiltà geograficamente e linguisticamente lontana come quella cinese, invece sempre più comunicante, come testimoniano la crescente presenza di imprese italiane in Cina e l’interesse di “giganti” cinesi nei confronti di settori rilevanti dell’economia italiana.
Dal punto di vista sociale, infine, la condivisione del sapere porta a rispondere in maniera efficace e positiva alla “sfida dell’identità arricchita”. Un esempio virtuoso è rappresentato dal Coro multietnico Elikya, associazione interculturale, laboratorio di ricerca e sperimentazione creativa che vede l’apporto di tradizioni e persone provenienti dai diversi continenti.
L’esperienza del coro testimonia la possibilità di un arricchimento derivante dalla conoscenza e dalla valorizzazione di differenti traduzioni musicali, come pure la fecondità di un’amicizia tra giovani di diverse etnie, culture e fedi religiose tutti orientati alla ricerca e alla valorizzazione del Bello.
Il Sinodo Minore, indetto dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, è un interessante tentativo di valorizzazione della dimensione religiosa delle migrazioni e del contributo che tale dimensione può offrire alla costruzione di una società che sia al tempo stesso coesa e aperta.