Un corso rinnovato nel piano di studi per rispondere meglio alle nuove richieste del mercato del lavoro. Servizi giuridici, il corso di laurea triennale – spesso considerato il “fratello minore” della magistrale in Giurisprudenza o uno “scivolo” verso la stessa magistrale – cambia pelle. E lo fa con l’introduzione di un biennio di base dalla solida preparazione giuridica (come per la magistrale) e aggiustamenti al secondo e soprattutto al terzo anno, per renderlo sempre più adeguato a un contesto professionale che, risentendo i contraccolpi della pandemia, necessita di figure professionali dotate di un bagaglio di conoscenze e di esperienze utili a fronteggiare le nuove esigenze.
Tali aggiustamenti ne hanno rafforzato l’identità e hanno individuato professionalità specifiche nel mondo del lavoro, rendendolo indipendente dalla magistrale. Di rilievo la prova finale collegata all’esperienza di tirocinio, con il supporto del servizio Stage & Placement dell’Ateneo, e la conoscenza dell’inglese giuridico. Il proseguimento degli studi, poi, potrà avvenire con specifici master.
Sono queste le prospettive emerse nell’incontro proposto dalla facoltà di Giurisprudenza su piattaforma Blackboard per una scelta consapevole della triennale di Giurisprudenza e per l’orientamento ai percorsi di Assistente legale, Esperto in scienze giuridiche per la Pubblica Amministrazione, Consulente del lavoro e delle relazioni sindacali, Responsabile della privacy.
A illustrare i cambiamenti è stato Matteo Corti, docente di Diritto del lavoro e coordinatore del corso di laurea in Servizi giuridici, che ha posto l’accento sulla lungimiranza della Facoltà per tale cambio di marcia. In questo periodo, ha detto il professor Corti, risulta rilevante il «contributo dei consulenti nel lavoro nel governare le relazioni sindacali, lo svolgimento del lavoro in sicurezza, la gestione di situazioni delicate legate alla privacy (e alla figura del responsabile privacy), al diritto alla salute, alla corretta informazione».
Nella riforma del corso, che ha impegnato per un paio di anni i docenti della facoltà, significativo è stato l’apporto e il consiglio di stakeholders degli ambienti produttivi, di professionisti, di esponenti delle imprese, degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche al fine di creare figure professionali con uno sbocco privilegiato nel mercato del lavoro. Per questo il preside Stefano Solimano, nell’introdurre l’incontro, ha invitato gli studenti a essere «dinamici» e «attenti» a quello che accade nel contesto in cui sono inseriti.
Del resto l’interesse del mondo del lavoro per tali figure professionali è forte. Come ha confermato Giovanni D’Angelo, docente di Diritto amministrativo, citando il piano di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni grazie all’impegno straordinario del governo a livello di concorsi pubblici: «Sono ottimista perché il percorso è in grado di intercettare nuova domanda per un esperto di ambito pubblicistico, soprattutto in emergenza sanitaria».
Sulla figura del consulente del lavoro quale professionista iscritto all’albo che segue la gestione del personale, si è soffermata Luciana Mari, consigliera del Consiglio Provinciale. «In questa attività è molto importante il momento dell’ascolto per capire le necessità di chi ci sta di fronte, essere curiosi di vedere ad ampio spettro le varie casistiche, chiedersi il perché delle cose, essere capaci di mediare tra due soggetti in conflitto. In un tempo di complessità in cui i media non aiutano, le norme e le circolari sono infinite creando una confusione della gerarchia delle fonti, tocca al consulente rassicurare il cliente, fare sintesi, mirare ad un obiettivo, mettere in connessione le varie discipline. Questa è una professione che non annoia e fa emergere la parte creativa». E ha aggiunto: «Siamo come dei sarti che creiamo il vestito giusto per ogni datore di lavoro, dato che non esiste la standardizzazione e i contratti non sono similari. Se l’avvocato nell’ambito del rapporto di lavoro vede solo i licenziamenti, il consulente affronta tale rapporto dalla nascita, allo svolgimento, alla conclusione, tenendo presenti gli aspetti previdenziali ed assistenziali».