di Maria Bettoni *
Le opportunità migliori, come si sa, capitano quando meno te lo aspetti, quando sei intento a progettare la tua vita. Te le ritrovi lì e non puoi fare altro che coglierle al volo. Una laurea nello zaino seguita da un periodo di attesa, questa era la mia situazione a febbraio di quest’anno, quando indecisa sul corso da iniziare a settembre, mi ritrovo a fantasticare sull’America. Giorno dopo giorno mi sono resa conto di passare la maggior parte del tempo sul sito della Ucla- University of California Los Angeles, uno dei migliori atenei degli Stati Uniti, dove i corsi in media e comunicazione sono molto apprezzati e seguiti a livello internazionale. Così l’ispirazione è arrivata. Andare per tre mesi in California, unire lo studio della comunicazione all’approfondimento della lingua inglese, il tutto in una cornice spettacolare come quella del campus universitario, un’immagine molto lontana dalla nostra situazione italiana.
Sono arrivata a Los Angeles il 26 marzo e mi sono subito innamorata di questi posti. Un colpo di fulmine con un luogo che mi avevano sempre descritto come “un’unica colata di cemento”, quando invece è uno dei posti più verdi e rispettosi dell’ambiente che abbia mai visitato. La grandezza di questa città spaventa sempre, i suoi duecento chilometri di estensione nord-sud la fanno effettivamente sembrare un unione di cittadine, un meltin’ pot di situazioni diverse, ma è proprio questa la sua particolarità.
Il campus Ucla si trova a nord, nel quartiere di Westwood, ed è esattamente grande quanto il mio paese in Vallecamonica. L’idea di una cittadina costituita da studenti è il modo migliore per descrivere la vita qui. Persone che indossano vestiti dell’Università, confraternite di ragazzi e ragazze, negozi con la scritta Ucla ovunque e locali con i vetri colorati con il colore della squadra della scuola: sono solo dei alcuni esempi. Questa è la differenza con le nostre università in Italia, la sensazione di appartenere a una famiglia, a un qualcosa che è il tuo strumento per il futuro, la consapevolezza di avere sempre un punto di riferimento anche dopo il completamento dei tuoi studi. Parlando con i ragazzi che vivono e studiano qui, si respira proprio una sensazione di interdipendenza tra gli studenti e l’ateneo, un fattore fondamentale per la motivazione durante lo studio. Questo legittima anche il concetto di meritocrazia, il primo valore espresso dall’Università. Gli studenti migliori hanno vantaggi che si sono guadagnati lavorando sodo e questo stimola gli altri a impegnarsi al massimo per raggiungere gli stessi obiettivi. Anche nel mio corso, che dura tre mesi ed è principalmente per studenti che vogliono unire lo studio dell’inglese allo studio delle comunicazioni di massa, ci sono gli stessi principi e ideali che sono il motto di questa Università: meritocrazia e lealtà.
Non mi aspettavo di dover fare lavori pratici, compiti, workshop per poter passare il corso, pensavo più a lezioni teoriche, diciamo “classiche”. Qui al contrario ogni giorno ti mettono alla prova. Questa è l’aspetto più positivo del mio corso perché riesce a mantenere sempre una cosante attenzione alle materie, permettendo una partecipazione sempre attiva. Non hai tempo di sentirti spaesata, malinconica o nostalgica, qui si inizia da subito a mettere in circolo le idee, le opinioni, le visioni.
Tutto questo, e cioè lezioni con professori attenti a ogni singolo studente e la possibilità di approfondire gli argomenti nei centri di ricerca, si fa in California, nella capitale dell’entertainment internazionale: aspetto fondamentale per una persona come me che sogna di unire le sue due grandi passioni: cinema e giornalismo. Non sono mancate quindi le visite ai grandi centri della cinematografia come Hollywood, UniversalStudios, Warner Bros. e Paramount, unite a tanti altri luoghi speciali come il Getty Centre, un centro di ricerca per lo sviluppo e la conservazione delle arti.
Questa è Los Angeles, il luogo dove tutto si fonde pur mantenendo la propria identità, dove trovi ogni espressione dell’animo umano senza entrare in contrasto con il suo opposto. Questa è stata la mia casa per tre mesi. E forse anche di più.
* 24 anni, di paese di Pisogne (Brescia), neolaureata allo Stars, curriculum giornalismo