È stato presentato il 1° dicembre, presso la sede romana della Federazione italiana turismo equestre e trec Ante al Foro Italico, il progetto “Uomo e cavallo: un’emozione per la vita”. L’iniziativa, che prevede attività di ippoterapia, therapeutic riding e sport riding, sfocerà in uno studio promosso dal Dipartimento di Scienze gerontologiche geriatriche e fisiatriche del Policlinico Gemelli.
Obiettivo dello studio è dunque utilizzare un programma di therapeutic riding, in collaborazione con la Fitetrec-Ante, nel trattamento di anziani ultrasessantenni con diagnosi di disturbo depressivo lieve o moderato e verificarne l’efficacia determinandone gli effetti sulla qualità della vita e sul livello di funzione fisica e sociale. Lo studio, che avrà inizio in gennaio, prevede sedute settimanali (inizialmente una, poi due) presso le strutture individuate dalla Federazione italiana turismo equestre e trec Ante con istruttori specializzati. I risultati saranno verificati a metà del trattamento (due mesi) e alla fine (quattro mesi). I pazienti saranno avvicinati al mondo del cavallo con l’ausilio di istruttori federali qualificati. Il percorso, che durerà quattro mesi, avrà una cadenza per il primo mese di un incontro a settimana, per poi passare, compatibilmente con le esigenze di servizio della Polizia a Cavallo che mette a disposizione la struttura e gli animali, ai due incontri.
La durata degli incontri sarà di un’ora circa. Si inizierà con la familiarizzazione da terra con l’animale: toccarlo, imparare a muoversi intorno a lui, pulirlo, fino ad arrivare al governo completo. Questa prima fase, oltre a far acquisire confidenza con l’animale, è molto importante soprattutto per i pazienti con patologie di depressione. Si passerà poi a una vero esercizio fisico che gradualmente, con l’acquisizione di sicurezza, aumenterà di intensità. Ovviamente, tutti gli esercizi fatti a cavallo saranno preventivamente concordati e coordinati con l’equipe medica che anticipatamente si confronterà con i tecnici per le indicazioni del caso.
«L’esercizio fisico è universalmente riconosciuto come efficace strumento di prevenzione ed evidenze scientifiche sempre più numerose ne dimostrano l’utilità – quanto e a volte più dei farmaci – non solamente nel trattamento delle patologie cronico-degenerative correlate all’età come le malattie cardiovascolari, metaboliche, neurologiche e osteo-articolari, ma anche dei disturbi del tono dell'umore, quali ansia e depressione», ha spiegato la dottoressa Rabini del dipartimento di Scienze gerontologiche del Policlinico Gemelli. «I benefici legati all’equitazione – ha proseguito – nelle sue diverse declinazioni di ippoterapia, therapeutic riding e sport riding, sono stati da tempo descritti e recentemente confermati. L’equitazione terapeutica utilizza il movimento del cavallo per raggiungere un miglior controllo di postura ed equilibrio tramite il miglioramento di forza, resistenza, elasticità e coordinazione. Le multiple stimolazioni cognitive e sensoriali (vestibolari, propriocettive, tattili, visive ecc.) hanno un effetto positivo non solo sul sistema nervoso e sull’apparato muscolo-scheletrico, ma anche sul sistema cardiorespiratorio. In particolare, il therapeutic riding è una tecnica che comprende tutti gli aspetti di interazione con un cavallo da parte di soggetti con disabilità fisiche e/o mentali, dal prendersi cura dell’animale sino all’apprendere a cavalcare». «Quindi, al di là dell’apprendimento di sempre più complesse abilità neuromotorie – ha precisato ancora la dottoressa Rabini – il therapeutic riding acquisisce anche valenze psicologiche e cognitivo-comportamentali, migliorando il rapporto del soggetto con il sé corporeo, aumentando la fiducia nelle proprie capacità e l’autostima e promuovendo un maggior grado di partecipazione sociale. Il presupposto peculiare del therapeutic riding è rappresentato dunque dalla partecipazione attiva del soggetto al trattamento».
«Il therapeutic riding – ha concluso – in virtù della sua valenza psico-comportamentale potrebbe rivelarsi uno strumento utile nel trattamento della depressione in età avanzata. Al tempo stesso, i potenziali effetti positivi del therapeutic riding sull’apparato muscolo-scheletrico e cardiorespiratorio potrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita e del livello di funzione fisica e sociale del paziente».