È scomparso, dopo una lunga malattia, il professor Eraldo Bellini, dal 2005 ordinario di Letteratura Italiana nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica. Le esequie sono state celebrate mercoledì 14 febbraio nella Basilica di Sant’Ambrogio. Pubblichiamo il ricordo del collega Marco Corradini.
Eraldo Bellini è nato a Serra de’ Conti (Ancona) nel 1957. Dopo il diploma di maturità classica, si è iscritto all’Università Cattolica, dove si è laureato in Lettere sotto la guida di Francesco Mattesini e Claudio Scarpati, con il quale ha iniziato poi una stretta collaborazione scientifica e didattica. Dottore di ricerca in Scienze Linguistiche, Filologiche e Letterarie, nel 1994 è diventato ricercatore di Letteratura italiana nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica, nel 2001 professore associato, nel 2005 ordinario.
Tra il 2001 e il 2008, a più riprese ha tenuto lezioni e conferenze negli Stati Uniti, presso la Yale University e il Boston College; era socio effettivo del Centro di studi muratoriani di Modena, membro del Comitato direttivo dell’Associazione degli Italianisti (Adi), dell’Accademia Ambrosiana, Classe di studi borromaici e del Centro di ricerca «Letteratura e cultura dell’Italia unita» dell’Università Cattolica; faceva parte del Comitato scientifico della rivista «Aevum».
Le ricerche di Eraldo Bellini si sono mosse lungo un arco cronologico che va dal Seicento al Novecento, con saggi sulle teorie del dialogo scientifico di Sforza Pallavicino, sul rapporto tra vecchi e nuovi saperi nell’età di Galileo, su Silvio Pellico e il romanticismo milanese e intorno alla formazione letteraria di Italo Calvino.
In anni recenti la sua attività scientifica si è sviluppata prevalentemente lungo due percorsi di ricerca, inaugurati rispettivamente con i volumi Umanisti e Lincei. Letteratura e scienza a Roma nell’età di Galileo (1997) e Agostino Mascardi tra ‘ars poetica’ e ars historica’ (2002).
Per quanto concerne il rapporto tra scienza e letteratura, Eraldo Bellini ha indagato la prassi stilistica e retorica sottesa alle opere maggiori di Galileo individuandone le marcate influenze letterarie, in un libro (Stili di pensiero nel Seicento italiano. Galileo, i Barberini, i Lincei, 2009) che analizza inoltre i vivaci fermenti culturali e scientifici suscitati dall’elezione di Urbano VIII, le tensioni che dopo la condanna di Galileo del 1632 attraversarono la scena romana nei decenni centrali del Seicento, le testimonianze biografiche relative a Gian Lorenzo Bernini e gli stimoli culturali che operarono nelle varie fasi del lavoro dell’artista e ne determinarono il passaggio dall’iniziale stagione mitologica a una produzione ispirata a temi religiosi.
Intorno al rapporto tra letteratura e storia insistono i saggi Agostino Mascardi: teoria e prassi della scrittura storica (note sulla “Congiura di Gio. Luigi de’ Fieschi”) e Le conquiste di Clio. Mascardi, Muratori, Manzoni. I numerosi interventi dedicati, soprattutto nell’ultimo periodo, alla memoria dei classici italiani negli scritti di Calvino preludevano a una monografia su questo tema, a cui Bellini stava lavorando.
Le sue doti di studioso acuto e puntuale si accompagnavano a una profonda e cordiale umanità, di cui studenti e colleghi che lo hanno conosciuto danno unanime testimonianza.