“I cambiamenti climatici per la salute sono un'apocalisse a fuoco lento, nel senso che è qualcosa di cui non ci accorgiamo perché cresce lentamente. È come se fossimo delle rane che vengono messe a bollire, e poi alla fine si accorgono dell'impatto sulla salute quando è troppo tardi”. E’ il paragone utilizzato da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica e direttore del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e presidente della Federazione Mondiale delle Società di Sanità Pubblica, per denunciare un problema ancora largamente sottostimato. “Mentre in passato rischi come l'apocalisse nucleare furono ben chiariti da Hiroshima e Nagasaki, l'apocalisse che il cambiamento climatico può causare per la salute - sottolinea Ricciardi - è largamente sottostimata. Perciò è molto opportuno parlarne in tutte le circostanze e spiegare questi dati ai cittadini".
Di questo si è discusso domenica 28 aprile al focus scientifico del Villaggio per la Terra, organizzato in collaborazione con il Dipartimento Scienze della salute della donna e del bambino e di sanità pubblica della Fondazione Gemelli IRCCS, in cui si è dato voce all’impegno di centinaia di ricercatori e premi Nobel che, nella recente “Carta Internazionale di Roma su clima e salute”, hanno espresso raccomandazioni e suggerito azioni necessarie ai decisori politici. Al Talk sono intervenuti anche Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS e Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i cambiamenti climatici saranno la prima causa di 250 mila decessi all'anno nel mondo per tutto il prossimo ventennio. Morti dovute a ondate di calore e di freddo, inondazioni, alluvioni ed altri eventi estremi. Ecco i rischi denunciati dagli esperti intervenuti al meeting:
L’umanità in una pentola in ebollizione - Il riscaldamento globale, in particolar modo, determina un impatto sui terreni che vengono resi più aridi, e quindi meno coltivabili. Ci sono inondazioni, incendi, cambiamenti di clima che rendono difficile per la gente adattarsi. Ad alcune latitudini è già complicato stare all’aria aperta: bisogna stare in casa e, nei paesi ricchi ricorrere all'aria condizionata, che quindi determina un circolo vizioso perché aumenta quel riscaldamento. È come se l’umanità fosse in una pentola in ebollizione.
Le patologie più legate ai mutamenti climatici - Un effetto potenzialmente associato al surriscaldamento globale dovuto all’emissione di agenti inquinanti è la maggior facilità di diffusione delle malattie, favorite anche dall’aumento, grazie alle condizioni climatiche, di molti insetti vettori. In Europa, per esempio, si prevede l’aumento della diffusione delle zanzare e con esse il ritornino di determinate malattie che si pensavano eliminate: come la malaria, la dengue e la chikungunya.
L'acqua come vettore di malattie - L'acqua è di fatto un bene che scarseggia sempre di più e già ci sono conseguenze importanti. Per esempio si parla della guerra in Siria, ma la massiccia migrazione da quelle aree è stata determinata anche da una enorme siccità. La mancanza d'acqua ha reso difficile la vita e anche la coltivazione, e quindi ha costretto le popolazioni a muoversi. Dalla scarsa acqua alla troppa acqua: sempre di più c'è un'alternanza di siccità e di inondazioni. Ne abbiamo avuto quest'anno degli esempi eclatanti, non soltanto nei paesi dove questo tradizionalmente succedeva, quelli orientali: ormai anche in Europa ci sono centinaia di morti dovuti alle inondazioni.
Bambini e anziani: i soggetti più a rischio - I bambini sono più vulnerabili rispetto ai cambiamenti climatici perché alcuni organi e apparati sono ancora in via di sviluppo. Inoltre i bambini hanno, rispetto agli adulti, una maggiore esposizione per unità di peso corporeo, ed è quindi più probabile che, a parità di esposizione, per loro vengano superate le dosi soglia di rischio. Secondo l’OMS nel mondo circa il 50% dei decessi in età pediatrica è causato da diarrea, malaria e infezioni delle basse vie respiratorie, tutti fattori di rischio associati ai cambiamenti climatici. Le esposizioni precoci a fattori di rischio ambientali posso incidere anche sulla salute dei feti che nel futuro possono avere effetti irreversibili che si ripercuotono nel corso della vita da adulto. Anche gli anziani sono particolarmente a rischio quando ci sono le ondate di calore, avviene infatti un'alterazione del loro sistema cardiocircolatorio e quindi l'impossibilità per loro di resistere a questo cambiamento.