di Anna Bassi de Toni*
Un corso di respiro internazionale come quello proposto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, mi sembrò da subito il tipo di formazione adatto a me, capace di appagare la mia voglia di rimanere in Italia e allo stesso tempo la mia curiosità per il diverso, per il contesto globale. Così, nell’ottobre del 2013 iniziava uno dei periodi più belli ed impegnativi della mia vita. Sei anni vissuti con 40 persone, una vera e propria classe. Anni, questi, caratterizzati da un rapporto stretto con i docenti, fondato sul dialogo e sul confronto.
Ricordo con affetto le ore di lezione, le prime difficoltà nello studio in un’altra lingua, l’agitazione prima di ogni esame, il tempo passato tra le corsie dell’ospedale. Essere la prima coorte rappresenta un percorso in salita ma senz’altro anche un’occasione per imparare. Nel trascorrere degli anni si sono presentate diverse difficoltà per docenti, studenti e apparato amministrativo nella gestione di questo nuovo percorso, ma si è sempre cercato di trovare soluzioni e nuove proposte con il continuo dialogo tra le parti.
Essere la prima coorte significa anche che queste prove ti legano indissolubilmente ai tuoi compagni. Un rapporto stretto, non sempre facile, ma contraddistinto da una grande stima reciproca, una rete su cui poter fare sicuro affidamento per le sfide del domani.
Al termine di questo percorso sono soddisfatta e contenta della mia crescita personale e professionale e di come abbiamo trascorso insieme quest’ultimo anno. Ora si apre un nuovo capitolo e, anche se con qualche paura, mi sento pronta per il futuro, con un bagaglio ricco di esperienze grazie a quanto ho appreso nelle aule di questa università, nelle corsie di questo ospedale.
*neolaureata al Corso di laurea in Medicine and Surgery