I prodotti maggiormente rubati sono quelli più facilmente rivendibili, come abbigliamento, alcolici e articoli tecnologici e elettronici. È uno dei risultati emersi dal nuovo studio sull’Organised Retail Crime in Italia (ORC), ossia le attività criminali di gruppi organizzati a danno di aziende del settore retail e GDO.
In Italia è un fenomeno molto diffuso con un forte impatto economico e sulla sicurezza dei lavoratori: il bottino è di norma superiore rispetto allo scontrino medio e molto spesso si registrano episodi violenti. La ricerca è stata condotta da Crime&tech, spin-off del Centro di ricerca Transcrime dell'Università Cattolica, in collaborazione con l’associazione Laboratorio per la Sicurezza.
Lo studio analizza l’incidenza e le caratteristiche di questa tipologia di attività criminali in Italia. Le informazioni sono state raccolte tramite un questionario anonimo somministrato ad un campione di 43 aziende che operano nel settore retail e GDO in Italia . Oltre a fornire una prima fotografia del fenomeno, la ricerca vuole favorire il confronto tra l’esperienza dei professionisti che operano sul campo e le analisi sviluppate dalla ricerca nel settore.
Tra i principali risultati, il rapporto rileva che:
• L’85% dei rispondenti dichiara di aver registrato episodi di ORC in tutto il territorio italiano: Lombardia, Lazio, Piemonte e Campania sono le regioni più colpite;
• I reati più frequentemente registrati sono il taccheggio organizzato (91%) e le intrusioni notturne (69%). I rispondenti hanno però rilevato anche frodi con mezzi di pagamento, furti di merce in transito e frodi online;
• I prodotti maggiormente rubati sono di norma di alto valore o facilmente rivendibili come capi di abbigliamento, alcolici e articoli tecnologici o elettronici. Tuttavia, in alcuni casi sono stati rubati generi alimentari come formaggi, salumi o scatolame, anche in questo caso probabilmente destinati alla rivendita;
• I rispondenti sembrano escludere che bande giovanili siano coinvolte in modo rilevante in questo genere di attività criminali. Questo lascia ipotizzare che le attività di ORC richiedano un livello di professionalizzazione generalmente posseduto solo da criminali più esperti;
• L’impatto degli episodi di ORC è in parte stato attenuato a seguito dell’introduzione delle misure di contenimento per l’emergenza COVID-19;
• il 74% dei rispondenti sottolinea però come sia prevedibile aspettarsi un futuro adattamento dell’ORC alle nuove condizioni post-emergenza. In particolare, si può ipotizzare un incremento dei reati criminali connessi alla crescita dell’e-commerce e alla conseguente maggiore movimentazione dei prodotti;
• Riguardo alle strategie aziendali, l’85% dei rispondenti dichiara di voler intervenire con misure specifiche per contrastare l’ORC. Tuttavia, molti (58%) lamentano una mancanza di risorse
dedicate. Dalle risposte non sembra inoltre esserci consenso sul tipo di contromisure da utilizzare per contrastare il fenomeno.
Ernesto Savona, direttore di Transcrime e Amministratore delegato di Crime&tech, ha affermato che «i risultati dello studio suggeriscono come sia importante per i retailer e le azien¬de di servizi cercare di migliorare la raccolta e l’analisi di dati affidabili sugli episodi criminali. Sarà inoltre importante adottare strumenti analitici che facilitino il monitoraggio delle transazioni o delle controparti e che permettano di valutare e prevedere la serialità degli episodi criminali e la vulnerabilità delle aree e dei punti vendita».
Giuseppe Mastromattei, presidente del Laboratorio per la Sicurezza, ha aggiunto: «La presenza di gruppi organizzati è uno dei principali rischi per il mondo del retail con forti ricadute economiche e sociali. La condivisione efficace delle informazioni, attraverso la partecipazione di tutti gli stakeholder, è determinante per aumentare la consapevolezza e la conoscenza del fenomeno in modo da definire quali possano essere le migliori e più efficaci azioni di contrasto».
Le parti interessate possono prendere visione del report intergrale L’Organised Retail Crime in Italia qui.