Supporto psicologico e pratico, relazione umana, profonda fiducia: sono le percezioni estremamente positive suscitate nei familiari che hanno un proprio caro assistito a Roma presso l’Hospice Villa Speranza di Gemelli Medical Center (GMC), che fa capo all’Università Cattolica del Sacro Cuore. È quanto emerso da un’indagine condotta nell’ambito del Report di Impatto 2018 di GMC, primo esempio italiano di Società Benefit in ambito socio sanitario. Elaborato con il contributo scientifico dell’Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS) dell’Università Cattolica, campus di Milano, il report di impatto mette in luce tutti i traguardi raggiunti dalla struttura lo scorso anno, tra cui sicuramente la stesura e attuazione di un Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita.
Il Report d’Impatto è stato presentato a Roma giovedì 17 ottobre, in occasione del convegno “Un impegno concreto per il bene comune” presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica.
“La legge 208/2015, che introduce in Italia le società benefit, prevede l’obbligo per le stesse di redigere e pubblicare il Report d’impatto – spiega la professoressa Stella Gubelli, docente incaricato di Programmazione e Controllo, Facoltà di Economia, Università Cattolica e Responsabile Area Consulenza di ALTIS. Si tratta di un documento in cui la società rendiconta gli obiettivi perseguiti e gli obiettivi futuri, le modalità di azione, nonché gli impatti generati verso i propri stakeholder, in coerenza con la natura del beneficio comune individuato in Statuto. Il report di impatto consente di “rendere conto” ai propri stakeholder delle ricadute generate dall’attività d’impresa sulla società, nell’ottica della trasparenza. Ad oggi il panorama della rendicontazione di impatto nelle società benefit è caratterizzato da una certa eterogeneità. In tale contesto, il report di GMC SB rappresenta un’esperienza di valore”, sottolinea.
Il secondo Report di Impatto di GMC è stato illustrato dal dottor Alessandro Tuzzi, Vicedirettore amministrativo dell’Università Cattolica e consigliere di amministrazione di GMC. Il convegno è stato introdotto dall’avvocato Pier Francesco Meneghini, Presidente di GMC. Sono intervenuti la professoressa Stella Gubelli, Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS) dell’Università Cattolica, su “Il panorama delle società benefit a tre anni dall’introduzione normativa” e l’avvocato Marco Cristiano Petrassi del Foro di Milano, Studio SZA, con la relazione dal titolo “Le linee guida per la rendicontazione delle società benefit del NIBR”. L’avvocato Laura Bellicini del Foro di Roma, Studio Legalitax, ha presentato la relazione “Riflessi fiscali e i nuovi orizzonti dell’inerenza dei costi”. In conclusione vi è stato l’intervento dell’avvocato Roberto Cociancich, Foro di Milano, ASSOBENEFIT, intitolata “Il futuro delle società benefit”. È stato anche proiettato un video che racconta le esperienze di responsabili di équipe e volontari dell’Hospice Villa Speranza, introdotto dal Direttore Generale di GMC, dottor Paolo Favari, e un progetto centrale per il 2020.
Il Report GMC 2018 affronta i diversi ambiti di intervento della società benefit dell’Università Cattolica (attività e utenti, collaboratori, comunità e territorio, volontari e ambiente); in ciascuna sezione del Report sono descritti e riassunti i risultati operativi, gli impatti generati e gli obiettivi per il futuro. Nel 2018 si è voluto in particolare valutare l’impatto dell’Hospice Villa Speranza e dei servizi erogati sul vissuto dei familiari dei pazienti. Sia per quanto riguarda l’assistenza domiciliare che quella residenziale, il feedback dei familiari è del tutto positivo e si esprime con la percezione dichiarata della grande opera di supporto che le équipe, con le diverse professionalità presenti, riescono a fornire (67% dei rispondenti per l’assistenza domiciliare e 41% per quella residenziale).
Inoltre, le famiglie che usufruiscono del servizio residenziale dell’Hospice attribuiscono molto valore alla possibilità di affidare con fiducia i propri cari in progressione di malattia grazie all’assistenza del personale dell’Hospice, avendo l’opportunità di conciliare la cura dei congiunti ricoverati con la propria vita lavorativa (38%) e sociale (30%). Inoltre, soprattutto per i familiari assistiti presso le loro abitazioni, risulta molto importante il ruolo degli operatori dell’Hospice, il loro supporto psicologico e la relazione umana (39%) che ricevono.
Anche la dimensione emotiva è risultata estremamente importante negli impatti percepiti dai familiari: l’assistenza ricevuta aiuta i familiari a dare un senso al dolore che si trovano a vivere (per il 60% dei familiari di assistiti residenziali e il 77% dei familiari degli assistiti domiciliari) e di non percepire un senso di inadeguatezza rispetto all’assistenza dei propri cari (per il 66% dei familiari di assistiti residenziali e il 78% dei familiari degli assistiti domiciliari) né di rancore nei confronti dei propri assistiti (per il 68% dei familiari di assistiti residenziali e l’81% dei familiari degli assistiti domiciliari).