di Matteo Whalen*
Sono nato in Italia da madre italiana e padre americano e, subito dopo la mia nascita, ci siamo trasferiti a Philadelphia negli Stati Uniti d’America. Lì ho vissuto per i primi 4 anni della mia vita e ho avuto la possibilità di imparare come madrelingua sia l’inglese che l’italiano. Un anno dopo, ci siamo nuovamente spostati in Italia dove sono cresciuto fino alle scuole superiori. Fin da quando ero più piccolo, sono sempre stato affascinato dalla scienza in generale e, col tempo, mi sono reso conto che il mio sogno sarebbe stato quello di studiare e lavorare nell’area in cui, secondo me, la teoria e la pratica si combinano perfettamente assieme: la medicina. Inoltre, sono sempre stato affascinato dall’idea di, un giorno, poter tornare negli Stati Uniti, per qualsiasi periodo di tempo.
Per tutte queste ragioni, è stata una gioia immensa per me essere accettato, nel settembre 2013, a far parte del corso di “Medicine and Surgery” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la stessa Università nella quale, seppure in ambito diverso, pure mio nonno aveva studiato tanti anni prima. Al momento della scelta tutto era già chiaro e, senza un attimo di esitazione, ho deciso di iniziare il mio percorso da giovane studente di medicina in questa Università.
Dal primo momento in cui sono entrato nell’Università Cattolica, ho potuto percepire l’importanza storica e l’atmosfera di sapere che caratterizzava il luogo nel quale mi trovavo. Era un qualcosa che non avevo mai provato prima. Per i miei colleghi e me, è stato facile e immediato formare un gruppo compatto che si sarebbe poi rivelato essere una famiglia allargata di persone provenienti da diverse parti del mondo. Siamo stati i primi del corso in “Medicine and Surgery”, nessuno prima di noi aveva intrapreso questo percorso. Ci siamo sentiti i “pionieri” di una nuova ed emozionante avventura e, essendo un gruppo di studenti numericamente ristretto rispetto ad altri corsi universitari, durante questo percorso, siamo spesso stati direttamente seguiti e accompagnati dai Professori, i quali pure si sono sentiti pionieri. L’interazione diretta e il confronto immediato tra studenti e professori sono sicuramente tra i punti più forti di questo corso. Essendo i primi del nostro genere, la transizione, sia dal nostro punto di vista che da quello dell’istituzione, non è sempre stata facile, soprattutto all’inizio. Tuttavia, posso dire che, negli anni, il corso si è in un certo senso progressivamente plasmato da solo e ha preso la forma di noi studenti che siamo stati sempre i primi a testimoniarne l’evoluzione. Alcune delle difficoltà, che talvolta si sono presentate, ci hanno semplicemente resi più uniti e solidi come gruppo, risultando in un processo di maturazione del singolo studente, del gruppo studentesco e del corso in sé. L’estrema competenza di ogni Professore ci ha accompagnato durante tutti questi anni, assieme alle diverse opportunità che ci sono state date. Dal punto di vista della ricerca, così come da quello clinico, sento di dire che questa istituzione e, in particolare, questo corso, ci hanno permesso di avere una valida preparazione e opportunità difficili da trovare altrove. Durante questi sei anni di studio, abbiamo avuto il privilegio di essere guidati da professori esperti nei loro rispettivi campi, sentire seminari tenuti da relatori di fama e spessore internazionale e seguire i tirocini professionalizzanti con il vantaggio di essere guidati passo dopo passo. Credo che questa esperienza ci abbia permesso di crescere come professionisti e come persone, preparandoci ad affrontare il futuro come giovani medici. Posso affermare con orgoglio che, dopo tutti gli esami, tirocini e i momenti trascorsi con gli amici e i colleghi, questi sono stati i migliori anni della mia vita. Questi anni sono volati. Il mio migliore augurio a tutti coloro che hanno fatto parte di questa meravigliosa esperienza.
*neolaureato al Corso di laurea in Medicine and Surgery