Giovedì 8 febbraio, ore 14, frenetico lavoro in sala stampa Dalla. Luca Monti, senior coordinatore del Mec, e Chiara Martinoli, della Scuola di Giornalismo dell’Almed, in postazione in Sala Stampa. Al piano di sotto in “Casa Sanremo” Giorgia Venturini, Giulia di Leo, Serena Cauzzi, Lorenzo Romandini (nella foto in alto), i quattro allievi sempre del team della scuola, aspiranti redattori, reduci da interviste al Grand Hotel des Anglais. Riunioni, discussioni su chi votare, su cosa scrivere, divisione di compiti tra chi fa da social media manager, chi scrive domande, una troupe per catturare battute degli artisti.
Uno staff agguerrito, come una vera redazione, esperienza unica. Improvvisamente al sorteggio per andare in sala alla galleria dell’Ariston: “Cattolicanews”! Applausi, anche dai media degli altri atenei presenti, tutti. Felicissimi e ci guardiamo: chi va? Gli allievi unanimi a decidere per il senior, Luca.
Alle 20, red carpet, sicurezza, gente e controlli, spettatori elegantissimi da tutta Italia, molti dall’Europa e dall’est. I biglietti costati in media 500 euro sold aut da mesi.
Atmosfera comunque rilassata, ormai la macchina è rodata.
L’Ariston. Uno scrigno, un carrillon di luci, personale tecnici e orchestrali corrono sul palco, si prova la discesa della enorme scala di plexiglass, si fanno brillare i mega schermi.
L’orchestra sinfonica accorda gli strumenti, trionfo di tecnologia. Sigla dell’eurovisione e siamo in onda.
La musica è perfettamente ascoltabile dalla sala, lo show è veloce, i conduttori sono più sciolti, Michelle nelle pause intrattiene la platea.
Il Festival è un ingranaggio complesso. Un prodigio di design oltre che la scena proprio per la realizzazione e la progettazione di una serie di impianti di fonica, di logistica, anche di relazione con il pubblico in sala.
Le telecamere sono molto più leggere, piccole, non invasive, sono completamente sparite dal campo visivo del palcoscenico. Eravamo in sala anche alla finale del 2015, dove lo show era molto calibrato sula diretta tv, oggi la tecnologia permette di valorizzare l’aspetto teatrale e in presenza del pubblico, possiamo nascondere i cameramen, pilotare macchine minuscole che si celano in pezzi della scena o tra l’orchestra. Perfino un drone volteggia discreto sulle nostre teste.
Una grande fortuna stare in sala! E quando la Virginia Raffaele chiama i “poveri” della galleria, scatta un boato. Si tocca un picco proprio con la Raffaele, non eravamo così tanti a vedere dal 1999, alle 21:52 15.826.000 persone, alle 23.54 dato stellare 58,4%, praticamente una televisione accesa su due è su Raiuno.
E Claudio Baglioni insiste sul festival ‘classico’ intona ‘Gianna’ di Rino Gaetano, si piange con Paoli per Bindi De Andrè, ad un certo momento verso le 24.30 TG60 secondi. Gli spettatori esausti dalle 4 ore iniziano a lasciare la sala. Dalla Galleria di corsa scendiamo in platea a riempire la sala.
Da qui la scena monumentale, barocca, sembra davvero di stare davanti ad un monumento in una grande piazza italiana, come a Trinità dei Monti, al Vittoriano, al Colosseo, o a Venezia in San Marco, piazza del Campo a Siena o nell’anfiteatro di Lucca. Solo che qui è tutto effimero. Costruito per il terzo occhio, gli amici lontani della mondovisione.
Mentre il senior è in sala il resto del cast “Cattolica” scrive e twitta, fa pagelle, fashion look.
Non smettono di fibrillare i social; per le prime tre puntate del festival si sono registrate e 13 milioni di interazioni con un aumento rispetto alla precedente edizione del 7%; la piattaforma che registra maggiore crescita è proprio Twitter, 100% in più di interazioni ogni singola serata, dati interessanti. Del resto stupisce la novità dell’audience salgono i laureati, e i giovanissimi, frutto della mezza esclusione Meta Moro e anche della presenza di fenomeni web youtuber e blogger tra i cantanti.
Il Festival cresce. La tendenza a renderlo sempre più social si manifesta in questo premio alla carriera a Milva, voluto proprio da un referendum nato sul web.
Il Festival diventa conversazione, critica, un modo per trovare temi comuni di chiacchiera e di riflessione, polemizzando, parlando, stando insieme a consumare una birra e una pizza davanti al teleschermo. Gli italiani hanno alla fine il proprio focolare davanti alla televisione.
Vince Claudio Baglioni che tiene la barra dritta sul fare solo musica e poco show, la magia iridescente del palco fa splendere uno scrigno, gli spettatori in sala sono immersi in un’energia potente. La stessa energia nel vedere un motore acceso, un treno veloce, una emozione di sentirsi dentro la festa.