Cari docenti, studenti e personale tecnico amministrativo,
giorno dopo giorno la diffusione del contagio da Covid-19 sta segnando in modo sempre più rilevante la vita di ciascuno di noi, della comunità accademica e dell’intero Paese, in uno scenario mondiale che ci pone ormai di fronte ad una inedita condizione di sostanziale pandemia. Abbiamo cercato di far fronte alla nuova situazione rivedendo l’organizzazione didattica in base alle indicazioni date dal governo, pensando che si potesse trattare di una breve fase di difficoltà. Il quadro però si è aggravato e tutto il Paese ora deve osservare norme molto restrittive per contenere e sconfiggere la diffusione del Coronavirus.
In questo momento, come comunità accademica siamo chiamati a sentirci ancora più uniti e solidali, tra di noi e con il Paese. L’emergenza sanitaria non ci impone solo delle limitazioni, ma ci vede anche protagonisti con una delle espressioni più significative del nostro Ateneo. Siamo in prima linea, infatti, con la Facoltà di Medicina e chirurgia e il Policlinico universitario A. Gemelli che nella sede di Roma stanno contrastando con grande competenza scientifica e con uno straordinario impegno assistenziale, gli effetti del Coronavirus nell’area laziale. Al Policlinico Gemelli è stata affidata la trasformazione del presidio sanitario Columbus in Covid Hospital Regionale. Esprimiamo pertanto in primo luogo la nostra vicinanza e la nostra gratitudine a tutti coloro che operano sulla frontiera più avanzata della tutela della salute, in tutte le strutture sanitarie del Paese e, in particolare, nel presidio ospedaliero legato al nostro Ateneo.
La diffusione del contagio ha comportato la sospensione delle attività didattiche in presenza e di conseguenza anche la dispersione della nostra comunità accademica. Per evitare la trasmissione del virus abbiamo sperimentato la progressiva limitazione dei movimenti, fino all’ultimo Decreto che impone a tutti i cittadini di rimanere in casa, salvo esigenze giustificate e inderogabili. Grazie alla sollecitudine del Rettore e degli organismi di governo dell’Ateneo si è approntato quanto necessario, soprattutto dal punto di vista dell’infrastruttura informatica, per dare continuità via web alle attività didattiche e di ricerca. Pur nell’inevitabile disagio possiamo affrontare il ricorso alle varie tecnologie di formazione a distanza come una opportunità di crescita e di innovazione.
Oltre ad incentivare questa concreta modalità operativa in rete, è importante che la nostra comunità continui a coltivare sentimenti di appartenenza e di condivisione al fine di contrastare virus non meno pericolosi, come quelli dell’isolamento, dello smarrimento e della sfiducia. La nostra società è già segnata da processi pervasivi di individualismo e di indifferenza. Questa situazione può accentuarli, ma può anche diventare l’occasione per una significativa inversione di tendenza o, se vogliamo, con una parola non estranea alla cultura cattolica del nostro Ateneo, di vera e propria conversione personale e sociale, culturale e spirituale.
Non è da Dio che viene il virus, ma da Dio può venirci sicuramente il sostegno e il conforto, secondo le parole toccanti del salmista: «Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge… Non temerai … la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno» (Sl 91, 3-6). Il fine dell’esperienza universitaria è quello di educare tutti ad un senso pieno della vita e a spenderci per il bene comune. In questo momento di grande apprensione il processo educativo non solo non va in quarantena ma riceve un formidabile rilancio. Siamo tutti chiamati, ciascuno per la sua parte, a crescere nella resilienza, che non significa passività ma creatività reattiva, nella solidarietà facendoci carico gli uni delle necessità degli altri - pensando anche alle nostre famiglie e alle persone che hanno più bisogno - e nella fiducia per superare le enormi criticità di questo momento anche grazie alla ricchezza delle competenze che l’Ateneo è in grado di mettere a servizio del Paese in tanti settori.
Forse non è un caso che la prossima giornata per l’Università Cattolica affronti il tema “Alleati per il futuro”. Pensavamo ad un futuro bello e positivo legato anche alle celebrazioni per il centenario dell’Ateneo. Ci ritroviamo ad affrontare un evento destabilizzante e gravido di conseguenze. Ma la storia, anche quella del nostro Ateneo, ci insegna che proprio nei momenti più difficili emergono le energie migliori e si sviluppano gli anticorpi più preziosi. Sarà certamente così anche questa volta, soprattutto se sapremo fare nostro l’invito di Papa Francesco a «vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità» (Angelus, 8 marzo 2020).
Claudio Giuliodori
Assistente Ecclesiastico Generale