Sul Sole 24 Ore la professoressa Floriana Cerniglia interviene sul tema del ricorso con condizionalità leggera al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e suggerisce che “invece di insistere sull’opzione del Mes, chi ha a cuore il futuro europeo dovrebbe concentrarsi su altre strategie, forse politicamente ardue, ma più compatibili con la coesione e la crescita di lungo periodo”
di Floriana Cerniglia * e Francesco Saraceno
La crisi del Covid ci lascerà in eredità un aumento sostanzioso del debito pubblico. I Paesi europei hanno già impegnato ingenti risorse per far fronte alla crisi, coadiuvati dalla sospensione del Patto di Stabilità e dal nuovo programma di acquisto di titoli pubblici della Bce. Ci sono Paesi (tra cui il nostro) con livelli di debito talmente elevati da mettere in dubbio la possibilità di finanziarsi sul mercato. Molti propongono quindi il ricorso alle linee di credito del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) istituito nel 2012, un veicolo finanziario a tutti gli effetti simile a una banca sovrana i cui azionisti sono gli Stati firmatari del trattato. Ma è veramente una strada percorribile? Noi pensiamo di no.
Andiamo con ordine. Il ricorso al Mes da un lato può aprire linee di credito a tassi preferenziali (quindi al riparo dello spread); dall’altro, è precondizione per accedere al programma Omt (Outright Monetary Transactions) introdotto in seguito al celebre «whatever it takes» di Draghi. Il programma Omt consente il ricorso a finanziamenti potenzialmente illimitati da parte della Bce, aggirando in maniera funambolesca il divieto di finanziamento dei debiti pubblici (artt. 123-125 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, Tfue). Per raccordare il Mes (che è un trattato intergovernativo) con l’ordinamento dell’Unione si decise di inserire un comma all’art. 136 del Tfue secondo il quale: «La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità» che passa per la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding (MoU), in pratica un programma di rientro.
[continua a leggere su Il Sole 24 Ore]
* docente di Finanza pubblica e Governance multilivello, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano