"L'intelligence moderna deve assolvere ad una funzione diversa dal passato: siamo in una fase storica nella quale si è passati dalla logica della deterrenza, tipica del vecchio mondo diviso in blocchi, a quella della prevenzione, che per forza di cose mette il Dis sotto la forte pressione di una rivoluzione continua delle aspettative crescenti", Così il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), il prefetto Alessandro Pansa, nel suo intervento introduttivo al convegno "Med2035 - La trasformazione degli scenari geopolitici", che si è svolto presso la sede di Roma dell’Ateneo lo scorso 22 giugno.
L’incontro, promosso dal Centro di Ricerche sul Sistema Sud e il Mediterraneo allargato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (CRiSSMA) diretto dal professor Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica e di Storia e istituzioni dell'Asia presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell'Università Cattolica, è stato aperto dal saluto del Magnifico Rettore Franco Anelli. All’evento ha partecipato anche il direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica Paolo Scotto di Castelbianco.
La relazione del Prefetto ha toccato i temi cruciali e più attuali della realtà e delle sfide contemporanee: prevenzione, deterrenza, globalizzazione, tecnologia, cybersecurity, parlando dell’Università Cattolica come “un centro di eccellenza” con l’idea di coinvolgere in tema di evoluzione politica, economica e geostrategica del Mediterraneo gli studiosi più preparati del Paese.
“Se insisto molto sulla necessità di rafforzare la collaborazione con gli Atenei – ha sottolineato il direttore del Dis - non penso solo all'idea degli Organismi informativi che si aprono all'Università, tengo anche ben presente che le Università sono, loro per prime, sempre e per definizione "aperte", riescono in ogni caso a dialogare fra loro, a parlarsi nei loro circuiti, persino, ed a maggior ragione, in quelle fasi dolorose della storia nelle quali altri si preoccupano purtroppo di approfondire, avvelenare e rendere invalicabili i solchi culturali, religiosi e politici. Le Università, più e meglio di chiunque altro, costruiscono ponti fra sponde e fra generazioni, ricuciono faglie, imbastiscono cerniere, abbattono muri, aprono porte e finestre”.