Cultura, comunicazione e diplomazia sono le tre parole che hanno caratterizzato la tavola rotonda della seconda giornata di Open Week Master & Postlaurea dedicata al tema "Diplomazia della Cultura e Carriere Internazionali: il passaporto per il mondo".
Moderato da Federica Olivares, direttrice del master internazionale in Cultural Diplomacy che a novembre avvierà la sua quarta edizione, l’incontro ha voluto interrogarsi su quali siano le trasformazioni indotte dell’emergenza a livello geopolitico e le nuove modalità di lavoro che influiscono sulle carriere internazionali nei settori indicati dalle tre key words.
È un’arte, quella della cultural diplomacy, che unisce molteplici capacità come quella di parlare a pubblici diversi, di essere attrattivi, di influenzare le relazioni tra paesi nel mondo, attraverso il linguaggio della cultura che comprende la valorizzazione delle qualità di ciascuno, dall’arte allo sport, dalla musica al cibo. Anche laddove le relazioni sono sospese, con questi strumenti può scattare la comprensione tra i popoli.
«Nell’ambito di queste tre aree il master prepara a carriere internazionali attraverso lezioni interattive e docenti provenienti da tutto il mondo, visite degli studenti a ambasciate, ministeri, musei e organizzazioni internazionali - ha dichiarato in apertura Federica Olivares -. Ogni mese durante il corso si sviluppa un project work, attività finalizzata a una sorta di progetto di consulenza con aziende partner che fin dall’inizio hanno sostenuto il Master, come Banca Intesa, Eni, Edelman, Rai, Cassa depositi e prestiti, Fincantieri, grandi istituzioni culturali come il Ministero beni culturali e il Ministero degli esteri, grandi musei».
E proprio tre di questi interlocutori sono intervenuti alla tavola rotonda a rappresentare le aree sviluppate dal master.
Per l’area culturale Silvia Foschi, Director Patrimonio Storico Artistico e Attività Culturali di IntesaSanpaolo, ha raccontato l’attività culturale di Intesa sottolineando il valore della collaborazione con il Master in particolare sul “Progetto cultura”, programma triennale all’interno del piano di impresa.
Alla domanda su quali cambiamenti la crisi di questi mesi porterà nel futuro lavorativo, Silvia Foschi ha messo l’accento sulla parola “crisi” che etimologicamente rimanda alla separazione, ma anche al discernimento, alla valutazione. Ecco che la crisi diventa oggi l’occasione per affrontare le sfide del futuro adottando le tecnologie. «Anche noi ci siamo aperti al mondo del web con le visite virtuali, i social network per diffondere le collezioni, con i video e con molta attenzione al mondo della didattica. Anche quando ci potremo riappropriare degli spazi reali nei musei, faremo tesoro della possibilità di usare questi strumenti che saranno complementari a quanto si vive in presenza».
Anche per l’Ambasciatore Fabrizio Lobasso della Direzione Generale per la Mondializzazione del Ministero degli Esteri la crisi è un concetto cruciale: «Questa è una grande occasione per ripensare i rapporti in chiave ancor più inter-culturale, dove inter è indice di meticciamento del proprio essere nei confronti degli altri. E la crisis, intesa come scelta, indica la possibilità di scegliere tra l’essere agiti dalla globalizzazione senza essere preparati e agire questa situazione cavalcando la globalizzazione con nuovi processi di pensiero al fine di abbracciare con solidarietà le persone».
Anche nel settore della Cultural diplomacy il lavoro da remoto ha caratterizzato questo tempo e probabilmente entrerà in qualche modo anche nel futuro delle professioni. «Molte persone hanno continuato a lavorare da casa e questo ci serve da stimolo per ripensare alle relazioni umane, alla vicinanza con i nostri interlocutori, alla possibilità di collaborare e comunicare attraverso il metodo telematico» ha aggiunto Lobasso.
Una modalità di cui il master ha saputo con sapienza interpretare il valore in questi mesi. Sono infatti partiti all’inizio di giugno i primi stage in smart working, skill indispensabile per il lavoro oggi, uno di una studentessa presso gli Uffizi di Firenze, e altri in grandi istituzioni come Ministero degli esteri, Ministero dei beni culturali, Istituto Affari Internazionali, Associazione Italia - Asian, RES4Africa, Fao, Unesco. Per approfondire gli sbocchi professionali a cui apre il master il 16 giugno sarà aperta una virtual room sul sito Unicatt.
Un’altra sollecitazione è arrivata da Federica Olivares rispetto all’importanza della fiducia nella diplomazia della cultura, per rinsaldare o ricostruire rapporti interrotti a livello internazionale.
Fiorella Passoni, CEO di Edelman Italy, ha matutrato una esperienza ventennale su questo fronte negli ambiti dei media, del governo, del business e delle associazioni non governative. «Tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi è il nostro bagaglio reputazionale, quello che faremo rappresenta la costruzione della fiducia» - ha detto Passoni, riportando il frutto di indagini su due milioni di persone e spiegando che tutti, a ogni livello, personale e pubblico, abbiamo bisogno che gli altri si fidino di noi per un futuro sociale ed economico più sostenibile.
Il capitale della fiducia è alla base della comunicazione nei prossimi anni, insieme con l’importanza di ridare la speranza attraverso la narrazione di uno storydoing e non più solo uno storytelling e di un linguaggio che trasmetta positività.
Infine i tre ospiti hanno lasciato un consiglio ai giovani che sia apprestano ad intraprendere una carriera nel settore della diplomazia culturale: lasciarsi “contagiare” dalle conoscenze umanistiche e scientifiche che si incontrano in un unico umanesimo; meticciarsi con la diversità senza paura delle differenze; rispettare le differenze culturali facendo della diplomazia il proprio modo di vivere.
Insomma la Cultural diplomacy non è solo un ambito professionale in cui specializzarsi ma, come ha sottolineato in conclusione Federica Olivares, «un’esperienza per cambiare se stessi, per riadattare i propri obiettivi, per diventare flessibili e resilienti».
La giornata di Open Week Master & Postlaurea - che ha raggiunto 27.202 persone, ottenuto 2.046 interazioni e registrato 7.039 visualizzazioni - si è arricchita con l’incontro promosso dal master Fare Radio insieme all’attore e conduttore televisivo Luca Bizzarri in dialogo con Marco Pontini, vice presidente di Radio Italia, e alle 18 con il webinar sulla pagina facebook di Almed “La responsabilità condivisa dell’informazione e le sfide della comunicazione sanitaria post Covid”.