Roma

La felicità è un pane che si mangia insieme

Domenica 17 marzo nella Chiesa Centrale del Campus di Roma una Messa per ricordare Modesta Valenti e tutte le persone senza fissa dimora morte lo scorso Inverno a causa del freddo. A seguire la cena comunitaria con gli studenti della Sede in Mensa.21

25 marzo 2019

Una serata di riflessione, festa e solidarietà la scorsa domenica 17 marzo presso la Sede di Roma dell’Ateneo: prima alla Santa Messa e poi alla cena comunitaria tanti amici senza fissa dimora che trovano riparo nel territorio circostante, poveri del quartiere e dintorni, ospiti della Villetta della Misericordia ed ex ospiti che hanno trovato una soluzione abitativa, ma restano sempre ‘amici della Villetta’. Circa sessanta gli studenti che sono stati coinvolti nel servizio a tavola ed al termine hanno partecipato alla festa vissuta da tutti in uno spirito di grande amicizia e familiarità.

La celebrazione liturgica, presieduta da S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell'Ateneo, e concelebrata da Don Antonio Bomenuto e Don Nunzio Currao, Assistenti Pastorali della Sede di Roma, e da Don Fernando, sacerdote della Comunità di Sant’Egidio, è stata animata dai giovani della Comunità di Sant’Egidio e dal Coro degli Studenti dell’Università Cattolica.

Nel corso della S. Messa, a cui hanno partecipato circa duecento persone, sono stati ricordati i nomi di tutti coloro che sono morti per la strada a causa del freddo quest’anno e per ognuno di loro sono state accese delle candele, come segno di una memoria che continua a essere presente nel cuore di coloro che sono amici dei poveri in questa città. Al termine della liturgia ognuno ha ricevuto un'immagine e un fiore in ricordo della giornata. L'immagine rappresentava l'icona della moltiplicazione dei pani, segno della generosità e della solidarietà che insieme si moltiplicano, vivendo la condivisione con tutti, nessuno escluso, poiché, come il Vangelo ci insegna, la felicità è un pane che si mangia insieme.

Il fiore che ognuno ha ricevuto, una gerbera, con i suoi colori rappresentava la vita e con il suo profumo il simbolo della preghiera che si innalza al Signore, affinché nessuno sia più da solo ma resti unito al Signore e ai suoi amici nell'abbraccio dell’amicizia che rimarrà per sempre.

Dopo la liturgia eucaristica, presso la Mensa.21, si è tenuta la cena gentilmente offerta da EDUCatt per un bel momento di convivialità e di festa.

DALLA PARTE DEGLI ULTIMI

Da più trent’anni la Comunità di Sant’Egidio ricorda le vittime di chi vive in strada a partire dalla morte di Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora, di 71 anni, che viveva nei pressi della Stazione Termini, dove si rifugiava la notte per dormire. Il 31 gennaio 1983 Modesta si sentì male proprio alla Stazione Termini e l’equipaggio dell’ambulanza che accorse alla chiamata non volle prenderla a bordo perché, a causa delle condizioni in cui viveva, era sporca e aveva i pidocchi. Modesta morì dopo ore di agonia, in attesa che qualcuno decidesse di prestarle soccorso.

La sua morte ha segnato profondamente l’amicizia della Comunità di Sant’Egidio con chi è senza dimora. Per questo, nell’anniversario della sua scomparsa, si fa memoria nella liturgia di tutti gli “amici per la strada” a cui la Comunità si è fatta prossima che hanno perso la vita, ricordando ciascuno per nome. Con loro la Comunità, attraverso il servizio delle mense, le cene itineranti, i luoghi di accoglienza, ha intessuto negli anni rapporti di prossimità e di familiarità, nel tentativo di migliorare le difficili condizioni della loro vita. La memoria di Modesta e degli amici per la strada, da Roma si è diffusa in tanti luoghi dove la Comunità è vicina a chi vive e muore senza dimora.

(www.santegidio.org)