Dagli ammortizzatori sociali allo smart working, dalla disoccupazione giovanile al ruolo delle Università, centrali per la formazione di giovani qualificati. Sono alcuni temi affrontati dalla ministra del lavoro Nunzia Catalfo al webinar dell’Università Cattolica dal titolo “La questione lavoro nel ‘piano semplificazioni’: ammortizzatori sociali e lavoro agile” che si è tenuto il 3 luglio in streaming sul sito del campus della Cattolica. Un confronto con esponenti di istituzioni politiche, parti sociali e mondo accademico sulla nuova organizzazione del lavoro, aperto dai saluti di Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, di Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) dell’Ateneo, e moderato da Marco Marazza, ordinario di Diritto del Lavoro alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica.
«I temi al centro della discussione di oggi ci hanno molto coinvolto in questi ultimi mesi e di certo continueranno a farlo anche nei prossimi», ha detto la ministra del Lavoro. «Sul fronte degli ammortizzatori sociali l’emergenza Covid-19 ci ha mostrato quanto sia difficile da applicare in Italia. Abbiamo tentato di operare una semplificazione, ad esempio con la “cassa in deroga”, per coprire quei lavoratori attualmente senza sostegno al reddito», ha aggiunto. «Il nostro è un sistema molto complesso, con regole diverse fra loro nei vari ambiti» e questo si è visto bene durante il periodo del lockdown «in cui tutte le imprese hanno fatto ricorso allo strumento».
Pertanto, «l’impegno che stiamo prendendo è istituire una Commissione che riformi il sistema degli ammortizzatori sociali, non più basato su una politica passiva, ma una politica attiva del lavoro per non trovarci impreparati di fronte al processo di evoluzione del mercato del lavoro». Inoltre, «all’interno del “decreto rilancio” abbiamo voluto istituire l’Osservatorio del mercato del lavoro per poter intervenire quando già si inizia a vedere la sofferenza dei settori lavorativi delle imprese italiane».
La ministra Catalfo ha parlato anche della «nuova norma, denominata “Fondo nuove competenze”, pensata non solo per la fase di emergenza per far rientrare il lavoratore nel suo luogo di lavoro, rimodulando il suo orario con la restante parte delle ore non impiegate in azienda retribuite e impiegate in iniziative di formazione, ma anche sulla base delle esigenze aziendali. Lo stesso Fondo è già sperimentato in altre prime forme di transizione che ha già permesso di non licenziare lavoratori in alcune imprese, venendo essi assorbiti in altre aziende candidate per la loro nuova formazione mirata».
Durante il dibattito sono stati toccati altre questioni, tra cui il lavoro agile. «Lo smart working ci è stato di grande aiuto lungo tutta l’emergenza Covid, anche in questo campo potrebbe esserci un’evoluzione: per questo è necessario un focus sulla normativa esistente, anche per non danneggiare alcune categorie, ad esempio le donne nella conciliazione con il lavoro domestico, e sul diritto alla disconnessione».
In primo piano anche i temi della disoccupazione giovanile e femminile, particolarmente elevata in alcune parti d’Italia. Di qui la necessità, ha suggerito la ministra, di «una formazione mirata dei giovani» affinché possano essere destinatari anche della trasmissione di competenze e di esperienza da parte delle persone in uscita dal mondo del lavoro.
«Questa è una grande sfida per il nostro Paese», ha dichiarato la ministra ribadendo il ruolo centrale e il collegamento con le Università, che sono «una via importante e utile per una nuova formazione nei percorsi di reskilling grazie a nuove competenze che possano ricollocare i lavoratori con un grande piano nazionale».