Apre alla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma un nuovo centro per la cura del linfedema, una malattia sempre più diffusa che colpisce i vasi linfatici degli arti ed è caratterizzata da gonfiore. Guidato dalla professoressa Marzia Salgarello, direttore UOC Chirurgia Plastica e Ricostruttiva – responsabile del Centro per il Trattamento Chirurgico del Linfedema del Gemelli, si tratta di una struttura dedicata all’invalidante patologia con un approccio microchirurgico di ultimissima generazione, caratterizzato da metodiche cosiddette “fisiologiche”, ovvero che agiscono nel pieno rispetto di anatomia e fisiologia del sistema linfatico.
Il Centro è stato concepito con l’obiettivo di rivolgersi all’enorme numero di pazienti affetti da questa condizione (sono 40.000 l’anno i nuovi casi di linfedema, gli stessi numeri del cancro della mammella) che fino a oggi sono rimasti, di fatto, “orfani di cura”.
L’inaugurazione si è svolta il 22 giugno alla presenza di Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, e del professor Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, insieme con il professor Giovanni Scambia, direttore del Polo per la Tutela della Salute della Donna e del Bambino al cui interno il Centro per il Linfedema è collocato.
Nella giornata inaugurale si è tenuta anche la lectio “La supermicrochirurgia nel trattamento del Linfedema” del professor Isao Koshima dell’Università di Tokyo, tra i massimi esperti mondiali sulla patologia del sistema linfatico.
«Il Centro - spiega la professoressa Salgarello - completa la carta dei servizi del Policlinico Universitario A. Gemelli in campo oncologico offrendo risposte anche finalizzate al miglioramento della qualità della vita dei pazienti colpiti da tumore che troppo spesso vivono il paradosso terapeutico secondo cui guariscono dal cancro, ma al costo di dovere affrontare una patologia benigna, ma cronica e invalidante, qual è il linfedema».
Il centro del trattamento chirurgico del linfedema - spiega la professoressa Marzia Salgarello - offre un team di esperti che si prende cura del paziente in un sistema integrato, in cui i fisioterapisti collaborano con i chirurghi nel trattamento e nella preparazione del paziente alla chirurgia, e poi lo seguono nella fase successiva. La nuova terapia chirurgica del linfedema vuole proporsi come il momento più incisivo nella cura della malattia, con l’obiettivo di migliorare i sintomi della malattia stessa (le dimensioni dell’arto, il numero o la frequenza delle infezioni) e quelli soggettivi che si riflettono sull’immagine di sé, sulle attività quotidiane e sulla vita sociale, con rilevanti ripercussioni sulla qualità della vita.
«È questo un progetto avveniristico - conclude la professoressa Salgarello - che ha come primo momento la divulgazione a tutti i pazienti di queste nuove possibilità terapeutiche: fare arrivare a loro, i pazienti, la conoscenza di questa novità di cura è il nostro primo passo, che getta le basi per la cura di domani».