«Sono qui per incontrare questi bambini e per dire grazie ai pediatri e a quei “nasi rossi” che rendono più umana una puntura o una medicazione. Ridare il sorriso a un bambino ricoverato è rendere la nostra città più accogliente», ha detto Gianluigi De Palo, assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale nel corso della visita ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”. Erano presenti il direttore sanitario Andrea Cambieri, il responsabile del Pronto Soccorso Giorgio Meneschincheri, il direttore del Dipartimento di Scienze pediatriche Costantino Romagnoli, la presidente dell’Associazione “Andrea Tudisco Onlus” Fiorella Tosoni e Chiara Stinchi dell’Associazione “Sale in Zucca”.
L’incontro è avvenuto in occasione della Settimana mondiale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La visita al Gemelli, dalla Pediatria alla Neuropsichiatria infantile, dalla Neurochirurgia all'Oncologia pediatrica, è la prima tappa di un tour che De Palo farà nei Policlinici romani in cui sono ricoverati bambini. L’assessore, accompagnato da sei clown-dottori che operano nei reparti pediatrici di nove ospedali romani, ha salutato mamme e papà, scambiato chiacchiere e risate con i bimbi e portato loro un piccolo dono simbolico: alcuni astucci contenenti matite colorate e dei biglietti-omaggio per ciascun nucleo familiare per accedere a Technotown (il Museo della Scienza) e alla Casina di Raffaello a Villa Borghese.
«La presenza della clown-terapia aiuta - ha spiegato il direttore sanitario Andrea Cambieri - a sopportare la durezza di alcune situazioni in ospedale. Sono reparti difficili dove l'umanizzazione è metà della cura. Tutte quelle associazioni che fiancheggiano con il volontariato e il supporto arricchiscono l'ospedale, dandogli una dimensione che altrimenti sarebbe sentiita come una carenza. Il sorriso aiuta a guarire, nei bimbi ancora di più».
«Roma Capitale – ha proseguito l’assessore – sceglie di investire ogni anno 500mila euro per il progetto “Sorridi in ospedale”, con cui consente a professionisti del settore di svolgere attività di clownterapia e ludoterapia nei principali centri pediatrici ospedalieri romani. È una somma importante, nonostante la crisi economica: dobbiamo cercare di immedesimarci nei timori e nelle piccole angosce dei bambini, cercando di rendere ogni luogo di questa città sempre più “a misura di bambino”. Anche gli ospedali. Per questo è così importante il lavoro dei clown-dottori, che mettono in campo la loro parte “infantile” e si avvicinano ai bisogni dei piccoli ricoverati, restituendo loro una dimensione più familiari. Clownterapisti e ludoterapisti incontrano ogni anno oltre 17mila bambini romani, più di 1300 al mese. E sono almeno 50mila le famiglie della Capitale che ogni anno vengono aiutate a vivere con minore apprensione il disagio della malattia di un figlio».