Ogni anno, in una cittadina sulle rive del lago di Costanza in Germania, circa 50 Premi Nobel si incontrano per trascorrere una settimana con ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Circa 600 giovani, selezionati da un comitato scientifico, tra oltre 20 mila, arrivano a Lindau da quasi 70 Paesi diversi attirati dal motto del meeting: “Educate, Inspire, Connect”. Il prestigioso convegno, arrivato ormai alla 64a edizione, offre ai giovani ricercatori l’opportunità di confrontarsi con scienziati che hanno fatto la storia della medicina ma anche con giovani menti che scriveranno quella del futuro. Quest’anno la squadra italiana era composta da 9 elementi tra cui un giovane ricercatore dell’Università Cattolica, Salvatore Fusco assegnista di ricerca all’Istituto di Fisiologia umana, che ha superato la selezione e a luglio è volato in Germania per partecipare a questo grande laboratorio dove si ascolta, si condividono idee e si prova a progettare la medicina del futuro.
«Un’esperienza fantastica che consiglierei a qualunque giovane che desidera dedicarsi alla ricerca scientifica nella sua vita. È un’opportunità unica di conoscere da vicino tanti scienziati brillanti che hanno scritto la storia della medicina e al tempo stesso centinaia di dottorandi e post-doc che in ogni angolo del pianeta inseguono un sogno, diverso dal tuo ma con la stessa passione. Abbiamo avuto la possibilità di vivere una full immersion di una settimana a stretto contatto con i Nobel, di ascoltare come sono nate le loro idee, come hanno affrontato le difficoltà, scientifiche e personali, e quali sono i loro progetti e idee per la ricerca biomedica del futuro.
Il dottor Fusco, nel ringraziare il preside della facoltà di Medicina Rocco Bellantone, e il direttore dell’Istituto di Fisiologia umana Claudio Grassi, per aver proposto la sua candidatura, racconta come ognuno si sia lasciato ispirare da un messaggio, un consiglio dei maggiori scienziati mondiali. «Mi hanno colpito particolarmente le parole del professor Edmond H. Fischer (nella foto con il dottor Fusco e gli altri giovani italiani al meeting), Nobel per la Medicina nel 1992, e del professor Oliver Smithies, Nobel per la Medicina nel 2007, che ci hanno suggerito di cercare nella nostra carriera la risposta a una domanda importante, di condividere le idee con i colleghi perché solo dal confronto possono nascere grandi intuizioni e di affrontare questa professione con grande passione».