La messinscena di “Elena”, in programma mercoledì 26 marzo alle 20.30 al Teatro alle Colonne di Milano, è curata e proposta dall’Associazione Kerkìs. Teatro antico in scena che, in collaborazione con il laboratorio di Drammaturgia antica dell’Università Cattolica di Milano, si è impegnata a rappresentare l’intera tragedia euripidea, sotto la guida dell’attore Christian Poggioni e della professoressa Elisabetta Matelli, quale curatrice dello spettacolo.
La complessità di questo dramma consiste nell'importanza della musica e del canto, affidati soprattutto alle parti corali e a dialoghi lirici tra coro e attore. Il maestro Adriano Sangineto ha cercato soluzioni moderne, ma capaci di non tradire l’intenzione del testo antico, con una efficace resa di sonorità strumentali e vocali. Gli attori si sono misurati con l'impegno di dare corpo in scena alle parole del testo, sottili, profonde, quasi sfuggenti per la loro sublimità. Essi si sono confrontati anche con le abilità necessarie per esprimere i variegati colori di questa tragedia che assieme a intense emozioni (paura, amore, sorpresa) presenta anche le sfumature dell'ironia, della comicità e del grottesco. Recitano e cantano ex studenti del laboratorio di Drammaturgia antica e del corso di alta formazione Teatro antico in scena dell'Università Cattolica e professionisti dell’Associazione Kerkìs. Teatro antico in scena, che da anni si preparano ad affrontare i grandi classici. Le scenografie sono a cura di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
La trama
La tragedia Elena di Euripide andò in scena nel 412 a.C.. Tutti conoscono anche solo di fama la protagonista, Elena, la donna che scatenò con la sua bellezza fatale la guerra più rovinosa che si fosse mai abbattuta sui Greci. Tuttavia, Euripide attingendo a un filone alternativo del mito, che risaliva al poeta arcaico Stesicoro, rielaborò la leggenda secondo cui l'eroina è solo apparentemente l'adultera seduttrice causa di tanti mali.. Elena, nonostante le false voci, non era in realtà mai andata a Troia con Alessandro, e a distanza di diciassette anni dall'inizio di quella guerra la troviamo in Egitto, in fedele attesa del marito. Il bisticcio divino di Era contro Afrodite aveva fatto sì che a Troia andasse un'immagine eterea di Elena, ma non la vera donna, la quale era stata invece trasportata da Ermes in Egitto, ospite del sapiente e ospitale re Proteo.
Giocando sul sottile limite tra tragedia e commedia, Euripide mette in atto una trama avvincente, presentandoci Elena che, ancora capace di attrarre con la sua leggendaria bellezza che resiste nonostante il lungo trascorrere degli anni, in Egitto non cede alle lusinghe amorose del sovrano, Teoclimeno, figlio di Proteo (ormai defunto), innamoratosi di lei. La scena si apre nel giorno in cui Menelao, di ritorno da Troia dopo dieci anni di guerra e sette di peregrinazioni sulla nave, tocca terra in Egitto come naufrago e casualmente la incontra, Menelao non la riconosce subito, perché è convinto di portare con sé, da Troia, Elena.. Distinguere l'apparenza dalla realtà non è per nulla facile per i due consorti.
Con uno straordinario gioco di incalzanti e divertenti equivoci, Euripide affronta così, attraverso il non facile riconoscimento tra Elena e Menelao, una delle questioni cognitive che impegnavano i filosofi del suo tempo e che rappresenta una ricerca ancora aperta nella nostra epoca: l’illusione delle conoscenze, il facile inganno dei sensi, la sottile distanza tra apparenza e realtà, l’importanza dei testimoni per distinguere queste due, l’idea che la verità sia in mano solo agli dèi e accessibile solo ai suoi veri interpreti. Il tranello che Elena e Menelao ordiscono, alla fine, per riuscire a fuggire dall’Egitto e dal pretendente egiziano, con una nave ben equipaggiata dal Faraone, anticipa temi romanzeschi, ma soprattutto permette a Euripide di mettere in gioco, in modo provocante, anche l’idea del “teatro nel teatro”. Il teatro non è infatti, per eccellenza, il luogo in cui s’intersecano il potere dell’illusione e l’ambigua distanza tra verità e apparenza?
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