Verso un ospedale senza infezioni: è l’ambizioso obiettivo che si è dato il Policlinico universitario “A. Gemelli” e che parte da un gesto semplice, ma fondamentale: lavare le mani prima e dopo ogni manovra che prevede il contatto con il paziente nonché il chiaro invito a tutti i frequentatori dell’ospedale universitario, nessuno escluso - degenti, familiari, visitatori o studenti - a non trascurare la propria igiene delle mani e a spiegare coma va fatta correttamente.
Ed è proprio per puntare a questo obiettivo che il Gemelli, in occasione della Giornata Mondiale per l’igiene delle mani istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che si tiene oggi, 5 maggio, dà avvio a una serrata e articolata campagna di informazione e di educazione interna all’ospedale che ha come leit motiv e claim la semplice e diretta domanda: “Ti sei lavato le mani?” rivolta a tutti gli operatori sanitari, nonché ai degenti e a tutti i diversi utenti dell’ospedale, con cartellonistica lungo i principali percorsi assistenziali del Gemelli, dispenser di soluzioni alcoliche per pulire le mani, opuscoli informativi che spiegano come si lavano le mani e perché questo atto, così “scontato” da esser sovente e a torto trascurato, sia un importantissimo presidio per il contrasto alle infezioni nell’ospedale e nella comunità.
Perché servono le campagne di sensibilizzazione
«L’igiene delle mani, se eseguita regolarmente e correttamente – prima e dopo ogni contatto con un paziente, meglio se usando un gel alcolico che è più efficace di un normale detergente – si stima riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10% al 50%”, commenta Gabriele Sganga, direttore del master “Sepsi in chirurgia”.
Secondo dati del Ministero della Salute si calcola che in Italia circa 500.000-700.000 pazienti, su 9,5 milioni di ricoverati l'anno, contraggono un'infezione ospedaliera, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri. La mortalità raggiunge il 3%. Tra questi ricoverati, i pazienti chirurgici rappresentano un gruppo molto significativo.
L’Italia ha ancora molta strada da fare sul fronte del contenimento delle infezioni ospedaliere: basti pensare, per esempio, che nel nostro Paese per la sola igiene delle mani in ospedale si consuma meno del 10% della quantità totale di gel alcolico - stimata sulla base del totale dei ricoveri ogni anno – di ciò che si dovrebbe utilizzare. In Paesi dove c’è molta più attenzione per l’igiene delle mani come i Paesi Scandinavi (dove non a caso c’è una bassissima incidenza di infezioni ospedaliere) o recentemente la Grecia (che invece aveva una elevata incidenza di questo tipo di infezioni) se ne consuma oggi più del 40% della quantità totale necessaria stimata. «Oggi il gel alcolico è un mezzo di igiene più veloce, più efficace e meglio tollerato dei normali detergenti - aggiunge il professor Sganga - e per questo va preferito specie in ambiente ospedaliero».
I germi patogeni in ospedale sono trasmessi attraverso una qualche forma di contatto: «Per esempio i batteri acquisiti sulle mani da una ferita infetta, possono essere trasferiti a qualunque altro dispositivo o oggetto “toccato”, finanche ai fogli della cartella clinica che, se a sua volta maneggiata da altro operatore sanitario, che se non si è lavato le mani, facilmente può infettare il paziente successivo. Queste trasmissioni diventano più significative se c’è contatto con una incisione chirurgica o se il soggetto è immunocompromesso o comunque debilitato».
Le campagne di sensibilizzazione rivolte si agli operatori sanitari che ai diversi frequentatori degli ospedali danno frutti concreti: per esempio da uno studio multicentrico italiano sulla adesione al lavaggio delle mani, è emerso che se prima dell’avvio della campagna (condotta nel 2007/2008 e promossa dal CCM Centro per il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute) si registrava il 75% di “non adesioni” alla procedura del lavaggio delle mani, subito dopo la messa in atto della campagna, negli stessi Centri la non adesione è scesa al 38% e nel 2010, a distanza di due anni dall’intervento di sensibilizzazione, si è mantenuta intorno al 40%.
La Campagna “Ti sei lavato le mani ?” del Policlinico Gemelli
La Campagna di promozione dell’igiene delle mani realizzata al Policlinico “A. Gemelli” prevede interventi di comunicazione a 360 gradi, con la messa a punto di cartellonistica informativa sui più importanti “percorsi ospedalieri” e progressivamente estesa a tutti reparti, dedicata a ogni utenti del Policlinico. Lungo i percorsi del Gemelli saranno collocati totem contenenti brochure dedicate ai visitatori dell’ospedale che spiegano in modo semplice ed efficace come lavarsi le mani in modo corretto, sfatando alcuni luoghi comuni e, per esempio, dando spiegazioni mediche sul perché il gel alcolico è più indicato dell’acqua e di altri detergenti per pulire le mani.
«Il messaggio principale che vogliamo dare a tutti - spiega il professor Sganga - è che lavarsi le mani non è una questione di educazione, ma un gesto fondamentale che permette di evitare la trasmissione di molte infezioni».
Accanto alla campagna di sensibilizzazione e di educazione sanitaria rivolta al pubblico di ogni età, ci sarà una sezione della campagna principalmente dedicata agli operatori sanitari: anche nei reparti saranno affissi con evidenza in punti strategici cartelloni che ricordano quali sono i momenti fondamentali per l’igiene delle mani, soprattutto prima e dopo ogni contatto con il paziente, ma anche prima di una manovra asettica, dopo il rischio di esposizione con un liquido biologico, e infine dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente.
La revisione delle Linee Guida aziendali
«Il progetto di promozione dell’igiene delle mani messo in opera dal Policlinico, oltre alla campagna di comunicazione, prevede la revisione delle Linee Guida aziendali in materia e la rilevazione, mediante check list strutturate, della compliance degli operatori rispetto ai momenti in cui è necessario procedere all’igiene delle mani - afferma il dottor Fabrizio Celani, direttore della direzione Rischio clinico e Igiene del Gemelli -. In programma, inoltre, l’avvio di un percorso formativo per gli operatori, sia mediante incontri sul campo che corsi Fad, che proseguirà anche nei prossimi anni, la verifica della distribuzione dei dispensatori di gel alcolico nei diversi setting assistenziali, la valutazione sistematica dei risultati della campagna attraverso il monitoraggio regolare del consumo di gel alcolico, la somministrazione di questionari agli operatori, la ripetizione regolare delle rilevazioni per verificare l’aderenza alle Linee Guida». «Saranno coinvolte nell’iniziativa - conclude Celani - tutte le strutture dell’ospedale deputate al controllo delle infezioni, compresi corsi di laurea specialistiche, scuole di specializzazione e master».
La posta in gioco è alta, considerano i promotori della campagna: «Con questa iniziativa stimiamo di ridurre ulteriormente l’incidenza delle infezioni ospedaliere nel nostro nosocomio del 5-15%, già a un anno dall’avvio della campagna. L’obiettivo è rendere permanente questa campagna, affinché per tutta la comunità che vive all’interno dell’ospedale il corretto lavaggio delle mani delle mani diventi un gesto automatico, così come è oggi automatico per tutti gli automobilisti allacciarsi la cintura o per i motociclisti indossare il casco».