Non è solo un gesto di pietà cristiana, ma anche un modo per ribadire che nella medicina il fattore umano è cruciale. Nasce con questo spirito l’iniziativa di celebrare ogni anno, nel mese di novembre una messa in ricordo di tutti i pazienti assistiti e deceduti nell’ultimo anno nell’Hospice oncologico “Villa Speranza”. Il rito si è celebrato lo scorso 18 novembre nella chiesa centrale dell’Università Cattolica di Roma ed è stato presieduto da monsignor Armando Brambilla, vescovo ausiliarie per la Pastorale Sanitaria, con la concelebrazione degli assistenti ecclesiastici della Cattolica di Roma. Alla messa hanno partecipato i familiari dei pazienti e degli operatori sanitari di “Villa Speranza”.
«Ogni anno nel mese di novembre vogliamo ricordare i malati che abbiamo seguito in tutto il loro percorso di dolore e di malattia – spiega Adriana Turriziani, responsabile clinico dell’Hospice oncologico della Cattolica -. Riunirci insieme ai loro familiari, rafforza il rapporto di fiducia con quelle persone divenute per noi non solo “pazienti” da curare, ma compagni di un viaggio faticoso, doloroso ma per certi versi bello e ricco di significati. La medicina è una scienza complessa dove il fattore umano ha un’importanza primaria che aiuta rendendo più pensabile, più vivibile e accettabile il dolore; per questo è importante - conclude l’oncologa - seguire il nucleo familiare anche successivamente alla morte del congiunto per aiutarlo ad affrontare la perdita della persona amata».