di Tito Caffi
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2020 Anno internazionale della salute delle piante. Si tratta di un'opportunità unica per sensibilizzare il mondo su come proteggere la salute delle piante possa aiutare a porre fine alla fame, ridurre la povertà, proteggere l'ambiente e favorire lo sviluppo economico. Una missione propria della Facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali.
Le piante sono la fonte dell'aria che respiriamo e la maggior parte del cibo che mangiamo, ma spesso non pensiamo di mantenerle sane.
Questo può avere risultati devastanti. La FAO stima che ogni anno si perdano circa il 30% delle produzioni agricole a causa di parassiti, erbe infestanti e malattie delle piante. Ciò lascia milioni di persone senza sufficienti risorse alimentari e danneggia gravemente l'agricoltura, la principale fonte di reddito per le comunità rurali più povere. La salute delle piante è sempre più minacciata. I cambiamenti climatici e le attività umane hanno modificato gli ecosistemi, riducendo la biodiversità e creando nuove nicchie in cui i parassiti possono prosperare. Allo stesso tempo, i viaggi e gli scambi internazionali sono triplicati negli ultimi dieci anni e possono diffondere rapidamente parassiti e malattie in tutto il mondo, causando gravi danni alle piante autoctone e all'ambiente.
Prevenire le malattie è molto meglio che affrontare le emergenze dopo che sono comparse: per molte avversità peraltro non esistono rimedi efficaci in grado di limitarne la diffusione dopo che si sono stabilite in un certo territorio. Vedasi gli ultimi clamorosi casi del punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus), del batterio Xylella fastidiosa sugli olivi in Puglia o, ancora, il caso della cimice marmorata (Halyomorpha halys) in Emilia-Romagna.
La gestione di queste emergenze richiede tempo e denaro che potrebbero invece essere risparmiati attraverso una opportuna prevenzione che permetterebbe quantomeno di limitare l'impatto devastante che questi parassiti possono avere sull'agricoltura, sui mezzi di sussistenza, sulla sicurezza alimentare e anche sul paesaggio.
Per tutti questi motivi è fondamentale, tra le altre cose, una tempestiva ed accurata diagnosi dell’organismo nocivo. La Facoltà di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza dispone di laboratori specifici e accreditati funzionali all’identificazione degli organismi nocivi con l’impiego delle più moderne e avanzate tecniche analitiche.
Anche grazie alla ricerca sviluppata in questi laboratori, la Facoltà di Scienze agrarie ha messo a punto strategie innovative e sempre più sostenibili di prevenzione, che privilegiano un approccio ecosistemico capace di combinare diverse strategie e pratiche di gestione per coltivare colture sane riducendo al minimo l'uso di prodotti fitosanitari. In questo modo non solo possiamo proteggere le piante, ma anche gli impollinatori, i nemici naturali dei parassiti così come gli organismi benefici e le persone e gli animali che dipendono dalle piante stesse.
Ecco perché la nostra Facoltà ben comprende e fa proprio il principio ispiratore di Plant Health 2020: oltre alle ricerche già in atto e alle iniziative già realizzate a tutela della salute delle piante, proporrà una serie di iniziative di sensibilizzazione rivolte a tutti, tra cui il convegno “Il verde pubblico e i sui servizi ecosistemici: come proteggerlo?”.