di Andrea Beretta *
È iniziato tutto a maggio, tra lezioni e studio. Un amico mi propose di andare a vedere se si poteva fare un mese all'estero e io, senza grandi aspettative e un po' svogliato, mi lascio trascinare verso la sede dell'Ufficio Internazionale della Cattolica. Mi suggeriscono, con tono convincente e contagioso, di andare in Australia. Non ci metto molto ad accettare e intanto l'aspettativa cresce. Si consumano le ultime pratiche burocratiche ed è ormai ora di partire. Il volo interminabile per raggiungere l'altra parte del mondo non fa altro che aumentare il desiderio di raggiungere la meta.
Ma quello che mi attende nella capitale del Queensland è ben al di là di ogni mia aspettativa. L'Australia è una terra dalla bellezza esotica. La città è letteralmente immersa nel verde, in un equilibrio tra uomo e natura che è difficile trovare in Italia. Il campus della University of Queensland si trova su un'ansa del fiume che attraversa la città e ogni mattina, per raggiungerlo, percorro un lungo ponte mentre uno stormo di pappagalli mi taglia la strada. A poca distanza dalla città, sia a nord che a sud, si raggiungono delle spiagge tra le più belle viste nella mia vita, con sabbia bianca e acqua cristallina. Ad attenderti vi sono gruppi di surfisti instancabili e molta gente che si gode una pausa o che passeggia lungo la costa. Per quanto sia inverno, ma con 22/23 gradi e senza pioggia, un bagnetto nell'oceano non te lo toglie nessuno. E a Byron Bay, il punto più ad est dell'Australia, si può salutare il sole che tramonta insieme ad un gruppo di hippies che suonano tamburi e ballano.
Al di là della descrizione romantica del paesaggio, ciò che mi ha colpito maggiormente è la grande apertura e disponibilità degli australiani. La vita in una famiglia australiana è una grande possibilità di capire la cultura e i rapporti che sottendono alla loro società. Ho instaurato con la mia host family, fin da subito, un bellissimo dialogo, rispettoso e disteso, sulle somiglianze e differenze tra le nostre culture e ho condiviso aspetti anche più intimi della vita. Sicuramente il rapporto che è nato con loro è un'esperienza che porterò con me per tutta la vita.
Questa disponibilità l'ho ritrovata anche fuori dalle mura domestiche. Il popolo di Brisbane è assai rilassato e i ritmi lavorativi sono ben più tranquilli di quelli italiani. Sarà per le grandi distanze della città che insegnano la pazienza nel raggiungere un punto, sarà per una condizione economica più ordinata e sorridente che ti permette di fare il tuo lavoro senza eccessive preoccupazioni, sta di fatto che in Australia è più facile potersi godere il tempo che ti è dato. Inoltre, pur non avendo lavorato, ho incontrato ragazzi immigrati che mi hanno raccontato come lì i giovani siano veramente considerati e come le possibilità di fare carriera in un ambito che ti appassiona siano molto alte. Se dimostri di voler lavorare e ti impegni, anche a costo di sacrifici, sarai sicuramente ripagato.
Anche il sistema universitario è invidiabile. Le possibilità di studio sono infinite e, soprattutto, molto più versatili delle nostre. Hai la possibilità di inserire nel piano di studi esami da altre facoltà e dopo la prima laurea hai altrettante possibilità di specializzazione, dal master al PhD. Questo responsabilizza molto gli studenti e permette di fare una carriera universitaria a chi ne avesse le possibilità e il desiderio. L'ultimo aspetto che mi ha soddisfatto sono state le lezione d'inglese in università. Le classi non erano numerose, così ho potuto legare molto con i miei compagni provenienti da tutte le parti del mondo e con i quali ho trascorso gran parte del tempo a Brisbane, anche fuori dall'università. Inoltre, durante le lezioni si è lasciato molto spazio allo speaking e ad altre attività relazionali, in modo che da una parte si è esercitata la lingua e dall'altra si è approfondita la conoscenza delle altre persone e della loro cultura. Insomma dal mese passato a Brisbane a studiare inglese non ho portato a casa solo una maggiore conoscenza dell'inglese, ma ho visitato posti splendidi, ho scoperto nuove culture, ho fatto nuove amicizie e soprattutto ho allargato i miei orizzonti scoprendo che il mondo in cui viviamo è ben più ampio ed interessante di quanto immaginiamo.
* 23 anni, laurea magistrale in Lettere Moderne, facoltà di Lettere e Filosofia, Milano