di Rosa Manzo *
«Nijmegen», rispondevo a quanti mi chiedevano quale fosse la mia meta Erasmus. Nella maggior parte dei casi seguiva il «Dov’è? In Cina?». Certamente non può essere considerata nota quanto Amsterdam e L’Aia, ma Nijmegen è la città più antica dell’Olanda, perciò maggiormente rappresentativa della cultura olandese. Per conoscere questo Paese, occorre dimenticare i luoghi comuni con cui viene descritto.
Sorprendente è stato scoprire l’attenzione che viene riservata alla natura. Le città sono completamente immerse nel verde. Non è quasi necessario utilizzare i mezzi pubblici, perché il mezzo di spostamento preferito è la bicicletta, qualunque siano le condizioni atmosferiche: gli Olandesi riescono ad andare in bici anche mentre nevica. Per cui prima di partire è necessario sapere di dover abbondare gli schemi mentali propri di una città metropolitana come Milano e accettare uno stile di vita nettamente più rilassante, ma non per questo meno produttivo.
Il campus universitario si presenta come una città nella città, dotato di ogni servizio che possa facilitare la vita dello studente: biblioteche, aule immense e altrettanto numerose aule studio, librerie, ampi spazi verdi dove studiare, rilassarsi e pranzare. Non meno importante è il centro sportivo interno al campus, dove praticare a costi modici qualsiasi tipo di sport: climbing, tennis, sailing… Agli studenti non si chiede solo di studiare e superare gli esami, ma anche di “partecipare attivamente”. Più che di lezioni, si dovrebbe parlare di seminari, in cui il docente colloquia con la classe. Si tratta di vere e proprie discussioni ed è in genere il professore a interrogare la classe fin dalla prima lezione. Specie in materie di diritto comparato, un approccio del genere risulta ottimale: non si dimentica facilmente la disciplina del “trust” se a spiegarla è uno studente inglese, piuttosto della pagina del manuale.
Erasmus è sinonimo di internazionalizzazione, di incontri e amicizie. La stessa politica universitaria ha come obiettivo quello di rendere il soggiorno all’estero indimenticabile: la vita è prevalentemente vita comune negli alloggi studenteschi e la stessa università organizza viaggi e momenti di svago, favorendo l’integrazione con gli studenti locali. Nijmegen perciò si candida come un posto ideale per vivere tale esperienza. E non è un caso, dato che il nome del progetto è in onore del filosofo olandese Erasmo da Rotterdam. E allora, quale luogo è più adatto per vivere l’Erasmus se non questo?
* 24 anni, di Taranto, laureanda in Giurisprudenza (laurea magistrale a ciclo unico), sede di Milano