Una ricerca-azione per supportare con dati scientifici l’efficacia del “metodo Rondine”. Rondine Cittadella della pace, è un piccolo borgo della Toscana in cui da vent’anni si sperimentano i valori dell’ospitalità e del dialogo ispirandosi a Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani. Un luogo di accoglienza dove si sperimenta l’incontro tra diversi per aiutare a superare e gestire i conflitti.
Un modello che ha avuto un riconoscimento ufficiale all’incontro con i vescovi del Mediterraneo a Bari e ora diventerà un oggetto di studio scientifico. I ricercatori del Centro d’Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia, che già collabora con Rondine da anni, tra cui Raffaella Iafrate, Anna Bertoni, Ariela Francesca Pagani, hanno realizzato già una ricerca presentata lo scorso anno all’ambasciata di Washington e pubblicata nel volume di Luca Alici Dentro il conflitto, oltre il nemico (Il Mulino, 2018).
Ora proseguiranno attraverso una valutazione di contesto, di processo e di risultato, lungo il tempo del progetto di formazione che svilupperà con 12 giovani provenienti da quattro diverse aree del Mediterraneo (Balcani, Penisola Turca, Medio-Oriente, Nord Africa).
Erano già stati evidenziati nello studio precedente risultati incoraggianti sull’efficacia del metodo: l’esperienza di Rondine aumenta nei giovani la consapevolezza della propria identità e della ricchezza della differenza tra sé e l’altro nel riconoscimento di una comune umanità; favorisce l’apertura al dialogo interculturale e interreligioso; evidenzia una crescente propensione ai comportamenti pro sociali, al perdono e alla generatività sociale.
In questo nuovo progetto verranno osservati nel tempo i cambiamenti relativi anche ad altri aspetti delle relazioni interpersonali e sociali dei giovani che parteciperanno all’esperienza. Si terrà conto della specificità delle loro appartenenze familiari, sociali, culturali ed etniche e degli obiettivi principali del progetto, che mira a formare futuri leader in diversi campi (educativo-culturale, imprenditoriale, socio-relazionale, pastorale) in grado di fare rete tra loro e di ricoprire posizioni di rilievo nei propri paesi di origine con un bagaglio di competenze e con progetti sostenibili che verranno monitorati e supportati anche dopo il rientro in patria.
«Per la nostra équipe del Centro d’Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia il legame con gli amici di Rondine, professionisti di alto profilo e valore, è da sempre una grande ricchezza dal punto di vista scientifico ed umano - ha dichiarato Raffaella Iafrate, docente di Psicologia sociale -. Il nuovo progetto, che ci vedrà impegnati fianco a fianco nel lavoro con i giovani provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, ci offrirà un’ulteriore occasione per leggere l’esperienza con lo sguardo relazionale che contraddistingue il nostro approccio di ricerca e per cogliere la profonda e generativa connessione che da sempre affermiamo esserci tra le dimensioni familiari e interpersonali dei legami e le relazioni tra gruppi, interculturali e sociali».
«Il fatto veramente nuovo che emerge dalla collaborazione tra Rondine e l’Università Cattolica è quello di un percorso di formazione che accetta di mettersi in gioco per essere osservato dall'accademia partendo da una comune base di valori condivisi» afferma il presidente di Rondine Cittadella della Pace, Franco Vaccari. «Rondine nasce come laboratorio oltre venti anni fa e oggi, riconoscendo nel lavoro svolto un forte potenziale innovativo, sente la necessità di validare il Metodo per metterlo a disposizione di ogni altra esperienza formativa globale. La sfida enorme che invece riconosciamo da parte del team di ricerca è quella di mettersi a sua volta in gioco per forgiare strumenti - che ancora non esistono - per decifrare processi assolutamente nuovi che generano talvolta risultati inaspettati».