di monsignor Claudio Giuliodori *

Monsignor Claudio Giuliodori durante l'omeliaIl nostro Ateneo è stato affidato dai fondatori al Sacro Cuore di Gesù non per chiudersi in un intimistico sentimentalismo devozionale ma per avere uno sguardo davvero aperto sul mondo, per scandagliare la verità in tutta la sua ampiezza, per cercarla in ogni ambito e latitudine, per allargare le conoscenze secondo prospettive sempre più alte e profonde. 

Se è vero, per un verso, che il Sacro Cuore di Gesù effonde senza riserve e senza limiti la sua grazia su tutti gli uomini disponibili ad accoglierlo, è altrettanto vero che la sua opera può continuare a realizzarsi solo se ci sono cuori sinceramente disposti a pulsare con la stessa intensità e generosità. In altre parole, dobbiamo essere consapevoli che quanto si è realizzato fino ad oggi nel nostro Ateneo è stato reso possibile dal cuore appassionato di tutti coloro che si sono lasciati ispirare e guidare dal Sacro Cuore di Gesù. Ciò significa che per continuare questa impresa, che oggi si presenta ancor più complessa e impegnativa, servono cuori non meno intrepidi e forti, capaci di custodire il prezioso patrimonio di sapienza che si è andato costruendo in questi decenni e di farlo fruttare secondo la logica del vangelo e la missione affidata dalla Chiesa.

Questo è possibile, come insegna San Paolo, solo ad una condizione: “Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei nostri cuori” perché solo così possiamo “conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza”. In questo luogo che è un tempio moderno della conoscenza non dobbiamo mai dimenticare che tutte le conoscenze, anche le più avanzate, le più qualificate dal punto di vista scientifico, quelle maggiormente premiate dai ranking, sono poca cosa senza la conoscenza dell’amore di Cristo […]. 

Noi siamo gli eredi di una straordinaria avventura che oggi ha ancor più bisogno di intelligenze brillanti e geniali, ma soprattutto di cuori ardenti di fede che sappiano fare tutto “con” e “per” amore, al fine di preparare le nuove generazioni a vivere e testimoniare, in ambito dell’attività umana, l’illuminante sapienza della carità di Cristo.

Dobbiamo realizzare tutto questo dentro la storia del nostro tempo, nei limiti di un sistema universitario farraginoso e per molti versi inadeguato, in un contesto politico, economico e sociale che arranca tra flebili speranze e molte incertezze. Siamo consapevoli che si può guardare con fiducia al futuro solo investendo seriamente sulle nuove generazioni, le più penalizzate da un sistema sociale e culturale che consuma anche ciò di cui non dispone, bruciando preziose risorse che appartengono di diritto ai giovani e al loro futuro. Il nostro Paese non gode di buona salute, per tante ragioni che ben conosciamo, ma soprattutto ci troviamo a vivere in una società malata, il cui cuore è in affanno e mostra evidenti segni di quella malattia che Gesù nel Vangelo ha definito “sclerocardia”, indurimento del cuore.

Stare a fianco delle nuove generazioni nel loro cammino di formazione culturale, umana e cristiana, significa contribuire nel modo più efficace e qualificato a rigenerare anche il cuore del nostro Paese. Questo Ateneo dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che riceve la sua missione ex corde ecclesiae, ha oggi più che mai il compito di far sentire ai giovani che c’è una famiglia universitaria che li ascolta e si prende cura di loro, li accoglie e li forma, ha fiducia e crede nelle loro capacità, li prepara nel modo migliore alle professioni e ad essere responsabili nella vita sociale, in una parola li ama sinceramente e si pone al loro servizio. […]

Sono questi i sentimenti che dobbiamo coltivare e che ci devono contraddistinguere nella missione che siamo chiamati a svolgere. Non uso il termine lavoro, perché sarebbe in questo caso riduttivo. Certo, non possiamo prescindere da contratti e da regole. Sono necessari per il buon andamento della nostra comunità e perché ciascuno, professori, studenti e personale tecnico-amministrativo possano svolgere al meglio i propri compiti, ma la ragione ultima del nostro operare qui non può che essere legata all’intima adesione, personale e comunitaria, al progetto di Dio e alla missione che la Chiesa ha affidato a questo Ateneo dei cattolici italiani. 

* Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica. Quelli pubblicati sono alcuni passaggi dell’omelia tenuta nella sede di Milano il 6 giugno in occasione della celebrazione eucaristica in preparazione alla Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Il testo integrale

IL TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA ( KB)