In questi giorni questi giorni segnati dal diffondersi del Coronavirus i presidi del nostro Ateneo stanno mantenendo un rapporto diretto con gli studenti delle proprie facoltà. Ma oltre alle indispensabili indicazioni pratiche su lezioni online, proroghe, esami e tesi l'emergenza sanitaria in corso è anche l'occasione per stimolare una riflessione sulle nuove possibilità che la tecnologia offre alla didattica. Strumenti utili ma che necessitano di un cambiamento di prospettiva anche da parte degli studenti. Una sorta di educazione al cambiamento che il preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti ha rivolto ai suoi studenti e che si conclude con i versi del poeta Fernando Pessoa, un invito a “...fare dell'interruzione un nuovo cammino”. Perché stiamo tutti imparando.
Di seguito alcuni estratti della lettera
“Care studentesse, cari studenti
abbiamo capito che ciò che inizialmente si prefigurava come una momentanea sospensione dell’attività in presenza sarà invece una situazione che ci accompagnerà almeno sino a Pasqua.
La scelta della Facoltà è stata quella di considerare un ventaglio di possibilità per avviare i corsi nell’impossibilità di tenere le lezioni in presenza. Videolezioni e lezioni in streaming – verso le quali altri sedi universitarie si sono massicciamente orientate (ma da capire quanto efficacemente praticate: attenti a non cadere vittima dell’effetto “L’erba del vicino è sempre più bella della mia”) – sono delle possibilità, ma non le uniche.
(...)
Nel quadro di un’inevitabile perfettibilità di quanto si sta facendo, occorre considerare che a tutti è richiesto un cambiamento di prospettiva. Tenere una lezione davanti a un monitor cercando di compattare il più possibile il discorso non è per un docente la stessa cosa che parlare in un’aula reale, e così commentare delle slides al di fuori di un’effettiva relazione con l’interlocutore. Se un cambiamento di prospettiva è richiesto all’insegnante, è richiesto anche a voi per adeguarvi a queste nuove forme comunicative e quindi non potete chiedere a questi strumenti ciò che vi attendevate da una lezione tradizionale. Per questo vi invito a individuare le modalità di studio che sono ora più adeguate, che potrebbero essere diverse da quelle alle quali eravate abituati. Non sottovalutate inoltre le potenzialità di un lavoro basato sui testi che, presentati in maniera focalizzata, possono esercitare capacità di analisi e di rielaborazione. Non che si voglia fare a tutti i costi di necessità virtù, però tenete presente le opportunità che il momento presente mette a disposizione e non rifuggite da fatiche e cambi di habitus mentale che possono avere un ruolo formativo. Stiamo tutti imparando.
Vi lascio con i versi di una poesia di Fernando Pessoa:
“Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando;
la certezza che abbiamo bisogno di continuare;
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione, un nuovo cammino;
della caduta, un passo di danza;
della paura, una scala;
del sogno, un ponte;
del bisogno, un incontro.”
Buon lavoro
La versione integrale della lettera si trova sul sito della Facoltà di Psicologia