Dal banco alla cattedra passando per i reparti del prestigioso ospedale pediatrico Great Ormond Street Hospital di Londra. È quanto è successo a Maria Gnarra, studentessa del 5° anno di Medicina della Cattolica. Per un giorno ha indossato i panni del professore al Policlinico universitario "Agostino Gemelli" di Roma, chiamata a condurre il seminario "Quando la pelle brucia", promosso dall'Associazione "Ludovico Necchi" dei laureati e diplomati dell'Università Cattolica - Gruppo di Storia della Medicina, dedicato alle malformazioni cutanee congenite. È stata proprio l'interessante esperienza vissuta dalla studentessa al "Great Ormond" a destare l'attenzione di alcuni docenti e colleghi studenti che, invertendo per l'occasione i ruoli, hanno proposto di ascoltare la lezione di Maria Gnarra, che ha già ottenuto borse di studio dell'Erasmus Placement, che le hanno permesso di studiare e di effettuare tirocinii presso università straniere.
«Al Great Ormond - racconta con entusiasmo l'aspirante camice bianco - il professore responsabile e il suo team mi hanno accolta con grande disponibilità, e questo mi ha spinto a chiedere l'autorizzazione a frequentare alcuni reparti». Durante la permanenza nell'ospedale pediatrico londinese Maria Gnarra si è concentrata sull'attività clinica e di ricerca del team di Dermatologia, che si occupa in particolare di angiomi, neoplasie di origine mesodermica, caratterizzate da chiazze rosse e da tumefazioni sottocutanee che possono essere presenti sin dalla nascita o manifestarsi nei mesi immediatamente successivi. Durante il suo soggiorno di studio la studentessa ha potuto entrare così in contatto con i pazienti affetti da anomalie cutanee congenite, patologie spesso circondate da un clima di pregiudizio e ignoranza.
«Le malformazioni cutanee congenite - ha raccontato Maria - mi hanno letteralmente "stregata" ed è per questo motivo che continuo a studiarle anche ora che sono rientrata nella mia università, fino ad accettare con entusiasmo di parlarne in questo incontro, per dare il mio piccolo contributo a sensibilizzare il personale sanitario e i colleghi interessati all'argomento, su patologie spesso sottovalutate o poco conosciute». La brillante lezione della studentessa è partita da un inquadramento generale delle diverse forme dei cosiddetti Birthmarks, fino all'illustrazione delle nuove prospettive di terapie.
«Prima o poi - ha confidato Maria Gnarra - ogni studente di medicina si trova di fronte a una patologia che lo colpisce in maniera particolare: per me lo sono state le malformazioni cutanee pediatriche, che hanno un grande impatto sociale e psicologico. Come ho voluto sintetizzare nel titolo scelto per il seminario, di fronte a queste patologie della pelle, spesso deturpanti, per i genitori "la pelle del proprio figlio brucia", bimbi che troppo spesso si vorrebbero perfetti, ma che devono essere soprattutto amati per come sono». «Nella nostra cultura - ha aggiunto la studentessa - le anomalie vascolari congenite sono state attribuite a comportamenti sbagliati della madre al tempo del concepimento o durante la gravidanza; per questo i termini usati in diversi Paesi rimandano sovente a una relazione causale tra il comportamento materno e il difetto del neonato. Ancora oggi nel linguaggio popolare molte lesioni vascolari vengono chiamate "voglie", come accade in Italia, "Muttermal", cioè marchio della madre, come avviene in Germania, e "birthmarks", cioè marchi di nascita, espressione tipica del mondo anglosassone».
Grande soddisfazione ha espresso alla fine del seminario il docente di pediatra Luigi Cataldi, promotore degli incontri dell'Associazione Necchi: «Ci gratifica vedere giovani allievi partecipare con passione e applicazione le esperienze vissute nei soggiorni di studio all'estero. Quello di Maria Gnarra, non è certo un caso isolato. Nell'arco degli anni, altre nostre nuove leve della medicina, che si sono formate nelle aule della nostra Università, hanno portato brillantemente il loro contributo in convegni internazionali. In quindici anni di attività della Necchi a Roma, anche grazie al loro contributo abbiamo organizzato oltre 200 tra seminari e conferenze, nonché promosso un corso annuale nazionale realizzato insieme alla Società Italiana di Pediatria su temi di storia della pediatria, di cui siamo legittimamente orgogliosi».