Dopo l’esperienza del Caffè Letterario, “storico” appuntamento che per anni ha visto riunirsi al bar Santa Valeria di Milano il professor Giuseppe Langella con alcuni dei suoi studenti più appassionati per discussioni e dibattiti tra letteratura e poesia, nasce quest’anno il “Salotto Letterario”. «Archiviata l’esperienza del “Caffè”, abbiamo deciso di ampliare le possibilità e il raggio di quelle discussioni, organizzando incontri con poeti e scrittori aperti a un maggior numero di studenti», spiega il professore di Letteratura italiana che ha promosso l’iniziativa insieme al collega Giuseppe Lupo. All’appello hanno risposto quasi un centinaio di studenti, mossi semplicemente da una passione culturale, che supera l’impegno di lezioni e piani di studio. E può allargarsi anche a chi non segue studi umanistici.
La tradizione cui si fa riferimento è molto antica: dal Circolo di Mecenate in avanti, fino ad arrivare ai salotti letterari milanesi dell’Ottocento – come quello della Contessa Maffei a Palazzo Belgioioso – che, come ha ricordato il professor Langella, furono spesso culla delle idee patriottiche e prepararono culturalmente l’Unità d’Italia. L’intento è dunque quello di offrire ai giovani la possibilità di riscoprire la letteratura italiana attraverso un contatto diretto con scrittori e poeti, con ospiti che non tengano semplici conferenze ma offrano la loro esperienza, con schiettezza e disinvoltura, come se la cattedra che si frappone tra loro e il gran numero di studenti che accorre ad ascoltarli non esistesse.
È quanto si è verificato durante l’incontro inaugurale di questo ciclo, mercoledì 9 novembre, con la poetessa Patrizia Valduga, che ha spiegato ai ragazzi l’importanza di saper ascoltare: «la poesia non è per tutti, bisogna avere sensibilità, orecchio e capacità di ascolto». Proprio sulla falsariga della tradizione dei salotti letterari, talvolta la discussione viene accesa da affermazioni provocatorie: «Leopardi è un poeta mediocre» ha affermato la poetessa, stimolando gli studenti a chiedere spiegazioni alla sua presa di posizione e a riflettere sull’uso della lingua, sulla metrica, sullo stile. Incontrare gli scrittori significa infatti anche capire che scrivere è un’attività impegnativa, che richiede studio, riflessione, costruzione, non solo ispirazione: «Non esiste il verso libero, c’è sempre una legge», ha affermato la Valduga.
Ma non mancano riflessioni di carattere più generale, sulla vita e persino sull’amore, elargite da queste grandi personalità della letteratura a giovani ansiosi di imparare: «Cos’è l’amore per un poeta?», ha chiesto una studentessa. «Citando Lacan potrei rispondere che l’amore è voler dare qualcosa che non si ha a qualcuno che non lo vuole – ha risposto la poetessa -. Per me l’amore vero è fatto di pazienza, comprensione, benevolenza, tutte cose molto semplici e molto povere».