Foto di scena dello Ione in aula BontadiniSette repliche in tre giorni a coronamento di un percorso durato numerosi mesi, con il coinvolgimento di maestri, attori, musicisti, scenografi ed esperti del teatro antico sotto la direzione artistica del maestro Giorgio Albertazzi. Il 28, 29 e 30 il Laboratorio di Drammaturgia e il corso di alta formazione permanente Teatro antico in scena hanno messo in scena lo Ione di Euripide, una tragicommedia risalente agli anni attorno al 420 a.C. L'aula Bontadini è stata culla di una ricerca e di uno studio attento sul testo che hanno riportato in vita le parole di un autore così lontano dai nostri giorni, eppure sorprendentemente ancora attuale.

Creusa ha conosciuto l'amarezza di una violenza, di una gravidanza segreta, dell'abbandono del figlio, del sentimento di vergogna e di solitudine. Il protagonista presenta il topos del giovane “senza nome”, che non ha mai conosciuto i propri genitori e solo attraverso intricati episodi riuscirà a sapere finalmente chi è. Il suo nome è dato ed espresso da un incontro: infatti Apollo dà come responso a Xuto, marito di Creusa, di considerare proprio figlio colui che, uscendo dal tempio, avesse incontrato e gli indica di chiamarlo “Ione” (dal verbo greco che significa “colui che viene”).

Maternità e paternità naturali e adottive s'intrecciano e si confondono nel loro valore. Emerge l'oscurità della conoscenza umana, che porta con sé gravi inganni. L'estrema tragicità dei fatti non impedisce momenti comici (per i non pochi equivoci) e il pubblico dello Ione è messo in grado di sperimentare il potere dell'ironia tragica. Solo alla fine emerge l'esistenza di un piano divino positivo e provvidenziale, che, quando tutto sembrava andare in altra direzione, a nessuno sarebbe stato possibile capire senza una rivelazione dall'alto capace di lanciare lo sguardo verso un ampio orizzonte (è Atena il deus ex machina).

La messinscena in aula Bontadini è stata resa possibile da non scontate sinergie. Il maestro Giorgio Albertazzi ha donato al corso di alta formazione Teatro antico in Scena intensi momenti di guida all'interpretazione dei grandi personaggi del mito eroico, con particolare attenzione agli dèi. Sollecitati dagli studi sul testo della professoressa Elisabetta Matelli gli attori si sono interrogati in prima persona sul senso di quest'opera e sulla sua portata comunicativa. Christian Poggioni, con l'assistenza di Erika Renai, ha accompagnato passo per passo gli attori nella conoscenza dei loro personaggi, trasmettendo loro l'insegnamento di maestri, con l'invito a prendersene cura e farli maturare.

 

 


Adriano Sangineto
, con l'assistenza di Lucia Amarilli Sala e di Eleonora Puglisi, ha curato le musiche e l'educazione della voce degli attori, con particolare attenzione per il coro, nerbo vitale della rappresentazione. Una bella collaborazione si è inoltre sviluppata tra il corso di alta formazione e gli studenti di scenografia dell'Accademia Belle Arti di Brera, che, guidati dai professori Tiziana Campi e Luca Ghirardosi, hanno pensato e realizzato interamente i costumi e le scenografie. Alessandra Faienza è l'artista che ha costruito in cartapesta leccese le maschere di Hermes e di Atena.

Ad affiancare e corroborare questo lavoro, alcuni ricercatori nel corso di diverse conferenze, hanno permesso agli studenti di approfondire alcuni aspetti del teatro antico, dalle musiche di scena, le geografie del luogo fino a uno studio archeoastronomico del teatro far sì che gli attori prendessero consapevolezza dei molteplici significati da esprimere in scena (testi pubblicati nel volume Quaderni per la messinscena dello Ione di Euripide, a cura di E. Matelli, Educatt, Milano 2012).

La passione teatrale, la professionalità dei suoi componenti e i forti legami umani che si sono intrecciati sono stati accolti durante le repliche di maggio con calore da un nutrito pubblico, che è invitato a riemozionarsi allo spettacolo che verrà proposto nella prossima stagione.

Il libretto di sala dello spettacolo ( KB)