«Ogni problema pedagogico è d’amore»: lo affermava Gianfranco Contini, un maestro per molti docenti del nostro ateneo e per generazioni di studenti universitari da Friburgo a Firenze, passando per la Normale di Pisa. E, a giudicare dai risultati della giornata di lavoro di giovedì 16 giugno, promossa dal corso di laurea in Scienze della formazione primaria, si può dire che la sua affermazione non abbia perso validità, anche per gli studenti alla facoltà di Scienze della formazione. In un momento storico estremamente difficile per gli insegnanti, per il loro lavoro e anche per la loro formazione, c’è chi non perde la speranza e insegue tenacemente il sogno di diventare insegnante. È il caso di Claudia Molteni, che ha svolto la sua esperienza di tirocinio durante gli anni di studio universitario presso la scuola primaria statale di Carugo, studiando insieme alla docente di italiano Isolina Rota e al supervisore universitario Cristiano Zappa il progetto Il giornale anche ai bambini: un percorso integrato con il programma didattico di italiano, che ha coinvolto i bambini in un lavoro di esplorazione del quotidiano, a partire dalla prima pagina, all’insegna della partecipazione attiva e della multimedialità.
Grazie a questa positiva esperienza, Claudia è riuscita a ottenere una cattedra e inizia così la sua carriera di insegnante con lo stesso entusiasmo e la consapevolezza che insegnare oggi «significa accettare una grande sfida e una grande responsabilità, perché l’insegnante è chiamato non solo a istruire, ma anche a contribuire alla formazione di una coscienza di cittadinanza attiva, matura e capace di convivere pacificamente».
Come Claudia, altri sei studenti, in collaborazione con gli insegnanti tutor e i supervisori universitari, hanno presentato giovedì 16 giugno, all’interno di altrettanti workshop, il lavoro svolto insieme ai bambini di scuole primarie e scuole dell’infanzia durante il tirocinio: percorsi che, come hanno sottolineato il preside di facoltà Michele Lenoci e la direttrice del dipartimento di Pedagogia Simonetta Polenghi, introducendo i lavori, hanno coinvolto tutte le dimensioni dell’imparare, da quella cognitiva a quella emozionale, a quella motoria. «Il tirocinio - ha spiegato la coordinatrice del corso di laurea Milena Santerini - è un importante ponte di collegamento tra la formazione universitaria dei futuri insegnanti e la realtà della scuola: il lavoro, nel nostro corso di laurea, non è chiuso nelle aule dell’ateneo». E giornate come questa permettono di fare il punto sul lavoro svolto e di riprendere poi con nuove idee e nuovo slancio. È stata dunque un’occasione di confronto tra gli studenti, gli insegnanti e i supervisori coordinati dal dirigente scolastico Sonia Claris, per cogliere nuovi spunti ma anche per affrontare insieme questioni complesse, come quella dell’integrazione dei bambini stranieri.
Silvia Lazzarotto, aiutata dall’insegnante Anita Bixio e dai supervisori Sabrina Sironi e Pierluigi Cigolini, lo ha risolto, in una classe problematica della scuola primaria “Via Prati” di Desio, con un programma di lavoro a gruppi che ha coinvolto i bambini in un’articolata esperienza attraverso le immagini di artisti celebri e ha concluso il percorso con un invito di sapore dannunziano ai suoi piccoli alunni: «Fai della tua vita un’opera d’arte». Uno stimolo per ciascuno a valorizzare le proprie qualità e, nella sua diversità, a sentirsi positivamente unico.