Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 28,8-15)
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La Pasqua è un evento dalle reazioni paradossali.
Per un verso c’è la ‘gioia grande’ delle donne. Già il fatto che la novità più straordinaria della storia sia affidata a donne, la cui testimonianza nel codice giudaico non aveva valore, sta a denotare come l’evento sia circondato da debolezza e da fragilità. Lo stesso annuncio dell’arrivo di un figlio è un trepidante bisbiglio. Voci di donne. Voci di madri.
Dall’altra c’è la ricomposizione (decisamente maschile) della linearità della storia. Tranquilli: non è successo nulla. Ogni cosa ha un perché. I discepoli hanno trafugato il corpo. Non c’è altra spiegazione.
Il male si presenta a noi come rassegnazione alla realtà. E la rassegnazione ci ha persuaso a misurare la nostra anima sul metro lineare delle possibilità e a scartare tutto il resto. Una volta che abbiamo fatto questa operazione di adeguamento, entriamo a far parte del grande gregge dei rassegnati.
La Pasqua è un evento che appartiene alle profondità dell’esistenza non al fenomeno della causalità empirica. Il momento sorgivo è quello in cui il Risorto dice ai suoi “salute e pace a voi!”. Non un’esortazione, ma un annuncio. E la pace ha una qualità non divisibile: quando c’è non si nasconde, affiora dagli occhi e dal volto. Una presenza non lineare ma ‘diversa’.
Renzo Beghini, docente di teologia