La pandemia da Coronavirus l’ha sorpreso nel suo “buen retiro” di studio e di scrittura a Oleggio, nella zona delle colline novaresi. Giancarlo Andenna, emerito di Storia medioevale all’Università Cattolica e accademico dei Lincei, tra i massimi esperti europei dell’Italia nell’Età di mezzo, è stato diffidato dai figli dal rientrare nella sua Novara, così ha unito l’utile al dilettevole: «Aspetto che termini questa fase drammatica, vivo un po’ da eremita e intanto sono impegnato a smaltire un po’ di lavoro pregresso come saggi per riviste e preparazione di convegni. Inoltre sto leggendo il diario di un notaio ortese del Cinquecento e mi diverto curando la riedizione di una curiosa storia del lago d’Orta dell’Ottocento. In due mesi ho scritto un centinaio di pagine. Ho qui ancora alcuni libri della Biblioteca della Cattolica. Li porterò appena mi sarà possibile».

Le sue giornate di lettura e di studio, immerso nel verde della natura, lo rendono quasi un monaco della cultura storica. «Preferisco paragonarmi ad un eremita, dato che i monaci vivono in comunità, anche se non manca, anzi è opportuno, il contatto con il mondo offerto dalla tecnologia. In ogni caso questa solitudine ben concilia lo studio delle fonti e la redazione di articoli, saggi, discorsi. Gli unici contatti concessi sono quelli offerti da internet e quelli con gli uomini della Protezione civile che mi portano la spesa, e una maggiore socializzazione con i vicini di casa con cui si scambia qualche parola in più (cosa che non avveniva prima) e si scoprono passioni comuni come quella per la storia, che mi ha fatto tanto piacere».

A proposito di storia, il professor Andenna, da studioso della materia, coglie l’occasione per lanciare un invito e un consiglio ai giovani ad utilizzare il maggior tempo libero della permanenza in casa per approfondire la storia locale.

Certo lo stare in casa non consente la consultazione degli archivi ma, afferma il professore, «ci sono archivi (per lo più quelli di Stato) raggiungibili e visitabili tramite la rete, i cui documenti sono fotografati e resi disponibili a tutti, ma, senza eccedere in impegnative ricerche, può essere un modo per leggere libri di storia locale, che di solito si trovano nelle librerie di casa, utili a capire il luogo in cui viviamo e di cui non sappiamo quasi nulla. La storia locale infatti ci permette di conoscere il territorio in cui si è nati e di scoprire che gli uomini hanno avuto la capacità di operare su quel territorio per trasformarlo. Oggi abbiamo sotto gli occhi la trasformazione avvenuta attraverso i secoli, ma andrebbe meglio compresa nei suoi dinamismi e nella sua evoluzione. Anche i film di questo periodo, di solito non previsti nel normale palinsesto, riportano vicende che possono arricchire la nostra conoscenza storica».

Un consiglio, nel tempo sospeso del Coronavirus, che può tornare utile alle giovani generazioni, e non solo.