«Siamo entrati in un’epoca in cui assistiamo a una migrazione verso le città e questa è una tendenza consolidata ormai in tutto il mondo. Lo è in Italia, con Milano che si sta candidando come catalizzatore sociale. La città sta crescendo e sta affrontando un tema di ripensamento urbano per il futuro». Manfredi Catella, amministratore delegato di Coima sgr nonché presidente della Fondazione Riccardo Catella e alumno Cattolica, legge così le tendenze dei prossimi anni.
Il capoluogo lombardo è al centro di profonde trasformazioni: non solo urbanistiche ma anche sociali, che rendono Milano molto diversa rispetto alla città operaia che si era caratterizzata durante buona parte del Novecento. A sostenerlo è il professor Enrico Maria Tacchi, direttore di Ultra (Urban Life and Territorial Research Agency), gruppo di lavoro del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica, che dal 2011 affronta rilevanti questioni sulla società contemporanea, e che ha promosso il suo ventottesimo seminario scientifico sul tema “Il governo di Milano al tempo della grande trasformazione: lettura, analisi, discussione del PGT 2030”, con la partecipazione, tra gli altri, di Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, Lanfranco Senn, professore emerito di Economia regionale alla Bocconi, Franco Sacchi, direttore del centro studi Pim, e Alessandro Ali, docente al Politecnico di Milano.
«La città sta diventando più attrattiva» afferma Tacchi. «Aumenta la popolazione con alcuni conseguenti problemi demografici: le scuole spesso vengono chiuse, perché i bambini diminuiscono. In questa situazione, dove la coesione sociale è sempre più difficile da mantenere, ci sono comunque degli antidoti che possono far ben sperare; uno di questi è l’integrazione scolastica, facendo convivere studenti di diversa provenienza; un altro è lo sport, che per i ragazzi comporta disciplina; infine non dimentichiamo l’importanza della religione, con le parrocchie che realizzano opera di grande integrazione, accogliendo bambini di ogni orientamento religioso».
Mutamenti interni, a cui devono accompagnarsi altri più urbanistici, pur non distogliendo mai l’attenzione dai cambiamenti sociali. Manfredi Catella, partendo dalla riconversione di Porta Nuova che ha visto come attore principale la Coima sgr, spiega che «siamo entrati in un’epoca dove le città sono di fatto diventate l’infrastruttura più importante del pianeta. Stiamo attraversando un cambio di paradigma culturale. Cambiare la città è pertanto un mestiere interdisciplinare e non solo tecnico come in passato. È un cantiere di pensiero». Secondo Catella dal 2020 c’è la necessità di tornare a un equilibrio postcapitalistico; e la rigenerazione urbana è lo snodo fondamentale che con il Coima City Lab, un think tank internazionale, sta affrontando, mettendo al centro il tema della bellezza, cioè di come un luogo fa vivere i suoi abitanti. «Soltanto questo – conclude Catella – consente una performance, finanziaria ma anche sociale».