Sono partiti il 14 luglio i primi studenti del Charity Work Program 2016. Destinazione India. Laura Bossini, Leonardo Milesi ed Elena Salomoni sono i primi dei 46 studenti dell’Ateneo che vivranno un’estate all’insegna della solidarietà.
Il Charity Work Program, è il programma promosso dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi), grazie a fondi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, che offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti in cui l’Ateneo ha all’attivo partnership e collaborazioni.
Tra le novità di quest’anno il maggior numero di borse di studio messe a disposizione, le destinazioni e il network dei partner. Si allarga, poi, la platea dei destinatari che, oltre gli studenti dell’Ateneo - dal 2009 a oggi se ne contano ben 214 - comprenderà neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione. In particolare, per la sua ottava edizione il Charity ha messo a disposizione 50 scholarship della durata di 3-8 settimane, con un incremento del 24% rispetto all’anno prima e del 76% rispetto alle prime partenze.
Il Charity, oltre a rappresentare un’esperienza altamente formativa dal punto di vista della crescita personale, è stato modulato in modo da fornire un percorso coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte solo a studenti di determinate facoltà, privilegiando percorsi ad hoc sulle discipline insegnate in Ateneo. In alcuni di questi casi, per offrire un’esperienza più completa, il periodo di permanenza all’estero è di due mesi. Secondo il professor Roberto Cauda, direttore del Cesi, «la solidarietà è un bene prezioso che va coltivato fin da studenti. Il Cesi, attraverso il Charity Work Program, ha voluto investire nella cultura della solidarietà, che si caratterizza per essere “contagiosa”, promuovendone la diffusione tra gli studenti delle diverse facoltà dell’Ateneo».
Il Charity permette di sviluppare anche competenze professionali che fanno bene al Cv. Lo denota il progressivo aumento nel corso degli anni sia delle scholarship sia delle richieste di partecipazione degli studenti: nel 2016 hanno preso parte alle selezioni 230 studenti provenienti da tutte le facoltà e da tutte le sedi dell’Università Cattolica.
Nell’edizione di quest’anno è aumentato il numero delle destinazioni: 17 diversi progetti in 14 Paesi ospiteranno gli studenti, comprendendo nuove mete come Madagascar e Senegal (la prima volta in assoluto), Brasile, Bolivia, Camerun, Etiopia, Gabon, India, Messico, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania (nella foto i primi partenti, Antonio Lo Tito e Cristina Lapenta), Terra Santa e Uganda.
Per gli studenti iscritti alle facoltà di Psicologia o Scienze della Formazione sono previste destinazioni presso opere sociali come centri per la diagnosi precoce e riabilitazione di bambini con ritardo mentale, problemi nello sviluppo motorio, del linguaggio, cognitivo-comportamentale e sordità congenita in Bolivia presso la Fundación Mario Parma, a La Paz.
Per la facoltà di Scienze politiche e sociali è previsto un periodo di assistenza presso il Centre de Promotion Sociale (Cps), sede principale del Coe in Camerun che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e alla promozione dei diritti dell’uomo.
Per quanto riguarda Scienze agrarie, alimentari e ambientali è previsto un soggiorno presso l’Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima all’interno della facoltà di Ingegneria agraria con lo scopo di rispondere alle esigenze di un contesto globalizzato e di soddisfare il crescente sviluppo dell’agricoltura nel Perù.
Infine, gli iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia affiancheranno i medici nell’attività ambulatoriale presso il Consolata Hospital Ikonda inn Tanzania, per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione della zona e promuovere l’accesso alle cure da parte delle persone bisognose con particolare attenzione ai bambini, alle donne e alle persone affette da malattie croniche.
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