La capacità degli editori italiani di operare nel mercato estero si è rafforzata: nel 2013 è aumentata la vendita di titoli all’estero (+7,3%) ed è cresciuto l’export del libro fisico (+2,6%); l’editoria per ragazzi ottiene una sempre maggiore accoglienza sul mercato straniero e l’italiano si posiziona al quarto posto tra le lingue più tradotte negli Stati Uniti dopo francese, tedesco e spagnolo. Insomma, come spiega Paola Di Giampaolo, coordinatrice del master Professione editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica, l’editoria italiana mette la testa oltre confine e ha le potenzialità per sfondare.
La crescita delle opportunità di internazionalizzazione per il business editoriale italiano è stata al centro, il 10 marzo, di “Italians: editoria oltre confine”, primo incontro del nuovo ciclo di “Editoria in progress”, che quest’anno approderà al Salone del libro di Torino. Un’iniziativa che, come afferma il direttore del master Edoardo Barbieri, nasce dalla voglia di avviare una riflessione comune sul senso e sulle pratiche del mestiere editoriale, tra operatori, professionisti dell’editoria e allievi del corso.
Tre esperienze hanno spiegato come è possibile per l’editoria italiana affermarsi oltre confine. Il primo intervento è di Valeria Raimondi, fondatrice e titolare di Raimondi & Campbell Associates, agenzia letteraria e di content management. Nel 2013 l’Archivio Crepax (nato nel 2003 per gestire il patrimonio di immagini lasciate da Guido Crepax) affida alla società la gestione commerciale dell’eredità artistica dell’autore milanese. Attraverso un lavoro di restyling del marchio, l’agenzia ha riposizionato e lanciato nel mondo l’icona Valentina. A novembre, Fantagraphics Books pubblicherà negli Stati Uniti un’edizione completa delle opere di Guido Crepax, composta da 10 volumi.
Esistono, però, ostacoli oggettivi alla vendita di titoli all’estero, precisa Raimondi: «I meccanismi di pubblicazione sono complessi. Il mercato anglosassone, per esempio, è chiuso. Le traduzioni, inoltre, hanno costi elevati». Gli autori italiani, continua Raimondi, per imporsi sul mercato anglosassone, devono scrivere romanzi con un plot forte e una cornice storica interessante.
Pierdomenico Baccalario, autore, storyteller ed editor in chief di Atlantyca Entertainment, società transmediale che si occupa poliedricamente di intrattenimento per bambini, presenta il caso di Geronimo Stilton, il marchio più rappresentativo della compagnia, che è un fenomeno editoriale nato dall’intuizione creativa di Elisabetta Dami: i libri del topo giornalista sono tradotti in 42 lingue. Oggi Atlantyca vuole servirsi delle tecniche che hanno portato il marchio Geronimo Stilton in tutto il mondo, per immettere nel mercato estero altre serie di libri per bambini. La “serialità”, per Baccalario, è frutto di un lavoro di squadra, che progetta scenari avvincenti e personaggi originali.
Il direttore generale di De Agostini Libri Andrea Pasquino racconta l’esperienza di un gruppo, che edita in 13 lingue e 30 Paesi, pubblicando libri, guide, testi scolastici e opere geocartografiche. Particolare attenzione spetta a White Star, marchio di proprietà di De Agostini Libri, leader nella pubblicazione di edizioni fotografiche a livello internazionale, grazie a coedizioni distribuite in oltre 60 Paesi. Le coedizioni internazionali, spiega Pasquino, «esigono una struttura organizzativa, produttiva e commerciale complessa, perché a differenza della semplice cessione dei diritti di sfruttamento di un’opera, sono una vera e propria coproduzione, in cui collaborano due o più case editrici».
Il convegno si è chiuso con alcune osservazioni sul tema della promozione della lettura: l’Italia, sulla scia dei Paesi del Nord Europa, dovrebbe fare della cultura una ricchezza su cui investire; scuola e famiglia dovrebbero incentivare la lettura, lasciando liberi i bambini di coltivare le loro preferenze.