L’estate, si sa, è il momento del relax. Un modo per staccare la spina, un’occasione per rinvigorire il corpo e la mente. Quale modo migliore per farlo provando a spegnere il cellulare e a “disintossicarsi” da Internet e social media? «Non esiste una vera e propria dipendenza da smartphone» afferma Federico Tonioni, ricercatore all’Istituto di Psichiatria dell’Università Cattolica di Roma e responsabile dell’Area delle Dipendenze da Sostanze e delle Dipendenze Comportamentali della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. «Non bisogna drammatizzare, dunque, a meno che non ci troviamo di fronte a un soggetto paranoico».
Il professor Tonioni, che da anni studia le problematiche psicologiche legate all’abuso delle nuove tecnologie e sull’utilizzo smodato e ossessivo del cellulare, la cosiddetta “nomofobia”, ha una sua idea chiara e precisa in merito. «Il controllo continuo del telefonino per capire se arrivano messaggi o altri tipi di avvisi è solo un nuovo modo di distrarsi. La causa di tutto questo non è l’attaccamento a Internet ma nuove forme di assenze affettive, o genitoriali nel caso di ragazzi, mediate dalla Rete».
Eppure, anche se ci troviamo nei luoghi più remoti siamo sempre alla ricerca del WiFi per leggere mail o le chat di WhatsApp… «Non dobbiamo pensare che se facciamo di più produciamo di più. Il multitasking non è correlato alla produttività: fare più cose contemporaneamente comporta solo un incremento della distraibilità. Paradossalmente per gli adolescenti, che vivono del proprio gruppo di pari, l’iper-connessione ha un peso diverso e la sanno gestire meglio degli adulti».
Ci aiuta a stilare una sorta di bon ton per l’uso del cellulare? «La prima regola a cui attenersi –che, poi, fa parte delle buone maniere che un po’ tutti dovrebbero conoscere – è non invadere lo spazio acustico altrui, cercando di non parlare ad alta voce sotto l’ombrellone o in luoghi come musei, ristoranti, alberghi».
E poi? «Evitare di sovrapporre relazioni online con quelle offline, ovvero non tenere nello stesso tempo conversazioni dal vivo con altre di tipo digitale».
Un altro consiglio? «Provare a spegnere il cellulare e scoprire di poter ancora stare soli con se stessi».
Una volta spento il telefonino che cosa succede? «Scopriamo che possiamo tornare ad aspettare, senza aver paura di perdere tempo. Questo ci consente di non agire in maniera compulsiva: di fatto il compulsivo non si riposa mai».
Infine? «Dobbiamo ricordare che se si pensa troppo al lavoro è come se non si andasse mai in vacanza».