«Il diritto a vivere in pace è l’aspirazione massima di tutte le popolazioni. Se non si riconosce il diritto alla pace e alla libertà, al di là della religione, ci saranno sempre violenze e situazioni di grandi sofferenze». Così il cardinale Fernando Filoni introduce il tema delle persecuzioni dei cristiani alla presentazione del suo libro La Chiesa in Iraq. Storia, sviluppo e missione, dagli inizi ai nostri giorni svoltasi in Università Cattolica l’11 febbraio. Nel corso dell’incontro, dopo i saluti del rettore Franco Anelli, sono intervenuti il presidente della Commissione esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e i professori Agostino Giovagnoli ed Elisa Giunipero.
Nel libro il cardinal Filoni traccia la storia della presenza dei cristiani in Iraq a cominciare dall’annuncio del Vangelo fino ai giorni nostri. Nel Paese che è sempre stato terra di passaggio e d’incontro di culture diverse, la questione della presenza dei cristiani e di altre minoranze in questa regione è oggi molto complicata. Nonostante la comunità cristiana in Oriente sia «stabile da almeno mille anni», come afferma la professoressa Giunipero, con lo sviluppo e l’affermazione del sedicente Stato Islamico, è costretta ad abbandonare le proprie case e attività.
«Quando si è una minoranza si corre il rischio di perdere fiducia in se stessi perché si ha la sensazione di essere schiacciati da realtà maggiori», spiega il cardinale. In Medio Oriente, infatti, Isis sta combattendo una guerra rivolta anche a perseguitare le minoranze, tra cui quella cristiana. «La comunità cristiana in Iraq contava 2 milioni di fedeli fino alla seconda guerra del Golfo, ora sono tra 250 mila e 275 mila. Dal 2003 è scappato quasi il 70% dei cristiani». Sono questi i drammatici numeri riportati da Luciano Fontana che testimoniano la significativa fuga dei cristiani dall’area mediorientale.
«Spesso i cristiani sono stati dimenticati, ma questo volume è volto a conservarne la memoria», dichiara il professor Giovagnoli. Anche il direttore del Corriere della Sera interviene sull’importanza dei mezzi di comunicazione nel portare il pubblico a conoscenza di questioni spesso lasciate in secondo piano. «È responsabilità dei giornali e degli organi di informazione tenere sempre vivo il racconto di quello che sta succedendo. Far conoscere e capire le vicende alzerà sicuramente il livello della sensibilità e della mobilitazione».
La situazione drammatica che vive la Chiesa cristiana richiede un’azione da parte della comunità internazionale. «Il Medio Oriente presenta numerose contraddizioni che devono essere dipanate a livello mondiale - ha spiegato Pier Ferdinando Casini -. È necessario creare un nuovo ordine per fare in modo che i cristiani tornino in quelle terre».
«Accogliere i cristiani in fuga è un dovere dell’Occidente e dell’Europa - ha affermato Fontana -. Il primo obiettivo è eliminare Isis con una coalizione internazionale più ampia possibile. Poi ci sarà da ricostruire Libia, Siria e Iraq da un punto di vista dell’unità civile e sociale. Un’opera gigantesca che ci impegnerà per anni».
L’Iraq è una terra di intrecci tra popoli diversi e soltanto la fine dei conflitti potrà garantire la sopravvivenza delle minoranze. Solo in questo modo, secondo il Cardinale Filone, l’umanità potrà arricchirsi. I cristiani come comunità hanno bisogno di certezze che li rendano cittadini senza discriminazioni, con gli stessi diritti dei musulmani. «Un Medio Oriente senza Cristianesimo?» ha concluso il Cardinale. «Se riuscite a immaginarlo, immaginatelo».