«Quanto più pregnante sarà la fede per il cuore dell'uomo nel rapporto con Dio e con gli altri uomini, tanto più significativa sarà per ciascun fedele la dottrina sociale al fine di rendere la fede stessa "incarnata" e, dunque, capace di incidere non solo nella dimensione personale ma anche in quella pubblica e sociale». È un'esortazione sostanziosa che Raffaele Cananzi, a lungo presidente dell'Azione Cattolica e poi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel II governo Amato, ha posto agli agostini nella sua prolusione al corso di Dottrina sociale della Chiesa organizzato per iniziativa del collegio e dell'"Associazione Agostini Semper" che riunisce gli studenti di ieri e di oggi.
L'inaugurazione si è svolta il 10 novembre all'interno dell'assemblea dell'Associazione coordinata dal presidente uscente Pio Cammarata, che ha passato in questa occasione il testimone a Daniele Clarizia, e ha visto assegnato il premio "Laureato dell'anno" a Roberto Pettinelli e il premio "Agostino dell'anno" a don Armando Matteo, Assistente nazionale dell'Associazione Italiana Maestri Cattolici. L'Assemblea è stata anche l'occasione per ricordare, in particolare attraverso il suo allievo Enzo Balboni, Umberto Pototschnig, il primo direttore laico del collegio scomparso di recente.
Presente all'evento anche il direttore di Sede Mario Gatti che ha sottolineato la volontà dell'Università di promuovere sempre più il rapporto con gli ex studenti e le attività dei collegi svolte all'interno di quelle dell'Ateneo.
Il direttore del collegio Saverio Gentile ha poi condiviso una sentita riflessione sulla formazione dei giovani studenti di oggi: « forse c'è più bisogno di Augustinianum oggi di quanto non ve ne sia stato 30 o 40 anni fa. Perché, come diceva mons. Lanza, "il punto debole dell'università è il rischio di diventare sempre più luogo di dispensa di competenze, nozioni e professionalità dimenticando che prima di tutto occorre aiutare la persona a crescere in modo che ciò che si conosce diventi qualcosa di buono e valido per l'umanità"». Un pensiero che Gentile ha poi riassunto citando un racconto di David Foster Wallace in cui due giovani pesci incontrano un pesce anziano che domanda loro: «"Salve, ragazzi. Com'è oggi l'acqua?" I due pesci giovani nuotano un po', poi uno guarda l'altro e fa: "Ma che cavolo è l'acqua?"» e ha concluso: «Oggi sempre più spesso si è totalmente immersi in qualcosa che rimane massimamente estraneo, quella che Zygmunt Bauman chiama società liquida. Questa è forse la barbarie più grande. Il collegio Augustinianum per decenni ha spiegato a tanti giovani pesci cosa sia l'acqua. Intende continuare a farlo».