Settore socio-sanitario: quali risorse? Ma, soprattutto: quante? E dove è possibile reperirle in tempi di vacche magre? A queste domande ha cercato di rispondere la tavola rotonda Cura e assistenza: il valore dell’identità e la sfida delle risorse, che si è tenuto nella sede di largo Gemelli dell’Università Cattolica. Al centro del dibattito soprattutto lo stato e il futuro delle strutture sanitarie di ispirazione religiosa. Il problema delle risorse si lega infatti a quello dell’identità cristiana, definita dai relatori uno strumento prezioso per reinventare il sistema del welfare e superare la crisi in atto.
Spunto per la discussione, un libro recentemente pubblicato da Alessandro Pirola, da oltre vent’anni direttore amministrativo della Casa di cura milanese Columbus. Nel volume Le risorse nella professione sanitaria, l’autore tratta il tema delle risorse (e della loro progressiva riduzione) basandosi sulla propria esperienza professionale. Secondo Pirola, la scarsità di fondi e di personale richiede un necessario passo indietro, un ritorno al “perché” dell’esistenza di queste istituzioni. In altre parole, si impone una riflessione sulla loro identità, sui principi di chi le ha fondate - uno su tutti, la carità cristiana -, costruendo su questi valori una nuova modalità di gestione delle stesse.
Nel corso del dibattito, il tema è stato affrontato sotto diversi punti di vista, grazie al contributo di personalità provenienti dal mondo accademico, giornalistico ed ecclesiastico. Come don Andrea Manto, direttore dell’Ufficio nazionale Pastorale della sanità della Cei, e di monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. «La prima vera sfida, in una società ripiegata sull’individualismo e sulla solitudine, – ha spiegato monsignor Crociata – è crescere nella qualità evangelica delle nostre logiche e della nostra prassi: al centro di tutte le fasi dell’assistenza sanitaria c’è sempre e sempre ci sarà l’uomo». Inteso in tutti i ruoli del caso: paziente, operatore, familiare. Anche il rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi ha descritto possibili scenari per la risoluzione della crisi nel settore. Tra questi, ha auspicato la nascita di un nuovo tipo di welfare che non sia più solo “ricevuto dall’alto”, cioè dallo Stato, ma che si basi su una proficua collaborazione tra contributo statale e privato sociale. Il segreto per uscire fuori dal tunnel della crisi sarà guardare al mondo cattolico. Non senza sollecitarne l’impegno.